Energia e socialità come elementi che sostengono la specie umana. Energia e socialità quali elementi di analisi dei parallelismi tra l’industria dell’Energia e quella delle Telecomunicazioni.
Energia e socialità. Sono solo due effettivamente gli elementi che sostengono la specie umana: l’energia, intesa in senso lato come insita e necessaria alla sopravvivenza fisica, e la socialità, anch’essa considerata in accezione estesa quale base per la stessa riproduzione.
Su questi due cardini si è evoluta e ancora oggi si fonda tutta l’attività umana, che è fisiologicamente concentrata sulla propria continuità, cioè un effetto che si ottiene ripetendo gli elementi essenziali nelle due direzioni, verticale e orizzontale: la prima, legata ad una dimensione temporale, garantisce la crescita in termini di maturazione e raggiungimento della massima espressione della propria natura, la seconda assicura la sua presenza in termini spaziali ed è alimentata dalla riproduzione e dal ricambio.
Da questo punto di vista è abbastanza elementare anche il bisogno di organizzare la produzione e la distribuzione di questi elementi essenziali introducendo il concetto di rete, che nasce anch’essa come modello semplificativo per la descrizione di una necessità e solo successivamente si traduce in uno strumento fisico che la soddisfa. È in ogni caso evidente che energia e socialità, sempre intese in senso lato, sono accomunate dalla necessità di essere trasmesse e distribuite attraverso una rete, che ne garantisca la disponibilità adeguata nel tempo e nello spazio. Si tratta, in entrambi i casi, di un modello che prevede la produzione da parte di diversi soggetti, il trasporto a cura di una sottorete dedicata e la distribuzione finale attraverso una struttura capillare distribuita.
Questa similitudine apre la strada a svariati parallelismi tra l’industria dell’Energia e quella delle Telecomunicazioni, nel momento in cui racchiudiamo nell’una e nell’altra il complesso delle attività umane atte a garantirne lo sviluppo, senza tralasciare il legame con un bisogno che riteniamo fondamentale per la sussistenza stessa e la continuità della specie umana.
Tuttavia, nonostante sia inevitabile tener conto di tali parallelismi a livello assolutamente elementare, le due industrie, e con esse la tecnologia che le ha alimentate, si sono evolute con estrema diversità sotto una molteplice serie di aspetti che ne hanno impedito l’avvicinamento e infine la tanto menzionata convergenza, divenuta una necessità nell’era del consumatore contemporaneo.
Mentre il settore delle Telecomunicazioni è stato caratterizzato negli ultimi trent’anni, da un elevatissimo tasso di innovazione tecnologica, con l’impiego di investimenti rilevanti, con un controllo del comportamento di utente piuttosto articolato e conseguenti pacchetti di offerte diversificati nella varietà e nelle modalità di fatturazione dei servizi, derivanti da una visione altamente customer-centrica, quello dell’Energia non ha sperimentato, almeno per lungo tempo, la stessa capacità innovativa, pur avendo impiegato ingenti capitali nel miglioramento delle reti di trasporto e di distribuzione, probabilmente a causa di una visione più tradizionale rispetto alle esigenze del cliente, a cui ha dedicato offerte ancora una volta molto varie in termini di servizi, ma non altrettanto in merito ai sistemi di fatturazione o al monitoraggio dei consumi, comunque sempre periodico ma differito.
Un parallelismo dunque, quello tra le due Industrie, che pur avendo tutti i presupposti per convergere, non esclusa e non ultima la cosiddetta sindrome NIMBY (Not in MY Back Yard), è rimasto tale a causa del coinvolgimento attivo del consumatore, troppo debole nel caso dell’industria Telco, o addirittura mancato nel caso di quella dell’Energia.
Energia e socialità, le basi delle industrie Energia e Telco nell’era dell’utente ultraconnesso
Al di là dei settori di servizi a cui siamo interessati, ci spingiamo ad affermare che non esiste business contemporaneo di successo che non si fondi sul ruolo attivo del proprio cliente, le cui abitudini si alternano con l’innovazione tecnologica a costituire una volta la causa e una volta l’effetto del processo evolutivo di qualsiasi tipologia di attività.
L’applicazione di questo ciclo agli elementi essenziali che sostengono la stessa specie umana e che ne garantiscono la continuità, cioè energia e socialità, corrisponde alla presa d’atto che essi non sono tra loro scorrelati e che l’uno è destinato ad alimentare l’altro lungo una terza direzione di sviluppo che, unitamente alla loro ripetizione orizzontale e verticale, ne completa la penetrazione in profondità.
In tale ottica, mentre in una fase iniziale del percorso evolutivo delle due Industrie dell’Energia e delle Telecomunicazioni abbiamo visto la prima alimentare la seconda, successivamente l’intuizione del provider di servizi Telco di creare un modello bidirezionale fornitore-cliente, sicuramente sostenuta anche da un mutato contesto regolatorio, ha contribuito prima alla trasformazione del Consumer in Prosumer, ovvero di un soggetto passivo connesso ad una rete elettrica che, grazie ad un’infrastruttura ICT, matura la possibilità di restituire l’energia non utilizzata, e in seguito alla nascita dell’utente iperconnesso e cioè un produttore/consumatore che si serve anche della connessione ad altre reti per migliorare il proprio rapporto con il suo fornitore di energia: è connesso infatti agli impianti attraverso la domotica per perseguire l’efficienza con un proprio sistema di misurazione, è connesso alla rete Internet per monitorare il mercato delle offerte e costruirsene una personalizzata.
L’utente iperconnesso è stato ampiamente introdotto, classificato e studiato in ambito normativo anche a livello europeo, essendo un importante strumento di realizzazione di un interesse pubblico quale l’efficientamento energetico, che nasce dalla messa in atto di comportamenti mirati all’interesse privato. Ma quindi, dopo aver sperimentato ed analizzato la convergenza di questi due settori essenziali dell’attività umana, ci chiediamo: questo utente, così come lo abbiamo conosciuto e studiato, è davvero l’ultimo esemplare dell’evoluzione della specie del consumatore? Ovviamente no. Siamo convinti che si stia già estinguendo per lasciare il posto al cliente ultraconnesso, cioè quello “connesso oltre”, che ha già superato la necessità di soffermarsi in una fase decisionale stimolata dalle informazioni raccolte dalle reti a cui è connesso e che invece si è dotato di automatismi che decidono per lui: è l’intelligenza artificiale, che ha reso possibile l’”Internet of myself”, prendendo in carico tutta una serie di oneri decisionali operativi e realizzando il sogno di elevare l’intelligenza umana al raggiungimento di nuove frontiere cognitive.