Transizione ecologica e digitale sono temi focali: dalla loro unione è possibile creare valore aggiunto in molti settori, nel pubblico come nel privato. Ecco qualche esempio.

Sostenibilità e digitalizzazione devono viaggiare insieme. Già lo fanno: «il digitale e le nuove tecnologie sono divenuti fattori abilitanti nello sviluppo sostenibile ed è imprescindibile per rispettare i termini dell’accordo di Parigi del 2015». Lo ha ricordato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin – intervenuto in collegamento remoto all’evento DigiGreen Day di IBM – segnalando che sono proprio i nuovi modelli di sviluppo che ci permetteranno di ridurre le emissioni del 55% nel 2030 e raggiungere la neutralità climatica nel 2050. C’è bisogno dell’apporto di tutti, delle istituzioni e delle imprese, degli enti pubblici e dei centri di ricerca, ma anche della cooperazione dei cittadini.

Le imprese possono cogliere un importante elemento di competitività dal raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale, economica che sono parte centrale delle tematiche ESG e degli obiettivi dell’Agenda 2030.

Il digitale velocizza i processi e rende tutto più efficiente. E gli investimenti del PNRR costituiranno la leva per incentivare la transizione verde e digitale. Basti pensare alle smart grid, su cui saranno investiti 3,6 miliardi di euro per 22 progetti dedicati a realizzare interventi di adeguamento e potenziamento delle reti di distribuzione dell’energia elettrica. Saranno interventi finalizzati ad accogliere 9,8 GW di energia prodotta da fonti rinnovabili e a consentire una maggiore elettrificazione dei consumi, ricorda lo stesso Ministero.

Passa dalla volontà di mettere a fattor comune i benefici dell’IT per la sostenibilità, la digitalizzazione dei parchi nazionali e delle aree marine protette, per cui il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza prevede di stanziare 100 milioni di euro, finalizzando azioni per migliorare i servizi per i visitatori dei parchi nazionali e delle aree marine protette e a sensibilizzarli maggiormente in materia di biodiversità.

Takeaway

La necessità di fare sostenibilità ambientale, ma anche sociale ed economica, si sposa sempre più con la digitalizzazione. Così è possibile centrare gli obiettivi al 2030 e al 2050: abilitando le tecnologie per ridurre le emissioni e i consumi
Già oggi nel mondo la transizione energetica, che combina finalità sostenibili e applicazione digitale, sta crescendo. I suoi riflessi positivi si sentiranno nelle città, autentici “laboratori” dove già si conciliano con successo i due temi. L’esempio di Milano insegna.
Dalla gestione dei rifiuti alle comunità energetiche non c’è campo dove digital e green non trovino elementi di contiguità, non solo nel pubblico, ma anche nel privato. Dal prossimo sistema RENTRI al percorso dell’italiana Leonardo gli esempi positivi non mancano.

Transizione energetica, una crescita su scala mondiale sostenuta dal digitale

Il legame tra sostenibilità e digitalizzazione assume ormai contorni globali. Bloomberg New Energy Finance (BNEF) ha osservato questo mese che gli investimenti 2022 in nuove tecnologie energetiche – per lo più eolico, solare, veicoli elettrici, batterie – hanno superato per la prima volta la soglia dei mille miliardi in un anno. Eolico e fotovoltaico, fonti di energia sostenibile (la loro produzione non causa emissioni di CO2) traggono dal digitale linfa vitale: le soluzioni ICT controllano, gestiscono e ottimizzano la produzione di energia elettrica da sole e vento. Così pure è parte integrante dell’emobility, la cui crescita è ormai nota e internazionale (l’Italia in questo è in contro tendenza).

Ma ancora più significativa è la crescita dell’eolico e del solare: se la consideriamo in maniera combinata, sta già superando per la prima volta le spese mondiali per il petrolio e il gas e a un ritmo vertiginoso.

Come ha fatto notare l’imprenditore visionario Azeem Azhar, fondatore di Exponential View, citando il lavoro di BNEF, lo scorso anno vento e sole insieme hanno creato tra 600 e 700 TWH di nuova generazione, un volume d’incremento che il gas non ha mai raggiunto in un anno e il doppio di quanto il nucleare abbia aggiunto al suo picco avvenuto più di 40 anni fa.

In Europa, ricorda il think tank Ember, nel 2022 eolico e fotovoltaico hanno generato un quinto record dell’energia elettrica dell’UE (22%), superando per la prima volta il gas fossile (20%) e rappresentando una voce superiore all’energia prodotta dal carbone (16%).

Il ruolo delle città su sostenibilità e digitalizzazione: l’esempio di Milano

Di questi importanti riflessi ne avranno vantaggi le città, elementi centrali nella transizione energetica, digitale ed ecologica. Sono destinate a diventare veri e propri laboratori di questo connubio, come ha evidenziato Giuseppe Sala, sindaco di Milano, durante lo stesso evento IBM cui è intervenuto (in virtuale) il ministro Pichetto Fratin.

La crisi abitativa e la questione ambientale sono i due più importanti temi su cui ha posto l’accento il primo cittadino. Sulla seconda questione, che si lega al settore trasporti e mobilità, Milano ha attuato da tempo politiche che collegano sostenibilità e digitalizzazione. Va ricordato, per esempio, la campagna di rilievi aerei e terrestri dei circa 2.500 chilometri che compongono l’area urbana della Città metropolitana di Milano, per ottimizzare le infrastrutture, i servizi destinati a cittadine e cittadini. L’obiettivo è creare 22 geo-database per implementare l’urbanistica smart e valorizzare gli spazi pubblici. Per questo è stata chiamata una realtà specializzata nella digitalizzazione degli spazi esterni, che ha raccolto ed elaborato i dati grazie a tecnologie basate su avanzati algoritmi di Intelligenza artificiale.

Grazie alla tecnologia e ad una strumentazione all’avanguardia mondiale, Milano ha gettato le basi per la costruzione di un vero e proprio digital twin.

Dai rifiuti alle comunità energetiche: il ruolo del digitale

Va ricordato anche il ruolo primario di Milano nella gestione dei rifiuti che la pone in evidenza mondiale (nel 2016 era ai vertici globali insieme a Vienna) in termini di percentuale di raccolta differenziata. Proprio sulla gestione dei rifiuti si gioca un’importante sfida che unisce sostenibilità e digitalizzazione. L’ha ricordata Lucia Leonessi, fondatrice e direttrice generale di Confindustria Cisambiente: «il rifiuto può e deve essere considerato materia prima per la produzione energetica come risorsa rinnovabile» e tracciabile a livello digitale. A questo proposito ha ricordato il sistema RENTRI (Registro Elettronico Nazionale Tracciamento Rifiuti) che introduce “un modello di gestione digitale per l’assolvimento degli adempimenti quali l’emissione dei formulari di identificazione del trasporto, e la tenuta dei registri cronologici di carico e scarico”. Di prossima approvazione, esso potrebbe fornire un sistema di tracciatura chiara dei rifiuti, dalla provenienza alla loro destinazione e finalità.

Alla regolazione dei rifiuti, come dell’energia elettrica, dell’acqua e del gas provvede a livello nazionale l’autorithy ARERA, che ha ricordato l’importanza di arrivare alla tariffa puntuale, «un sistema che a livello tecnologico è già oggi fattibile e sarebbe una rivoluzione positiva. Ma per la sua attuazione serve il coinvolgimento attivo della popolazione», ha sottolineato Stefano Saglia, membro del collegio ARERA, che ha ricordato anche l’importanza del risparmio energetico «possibile attraverso l’uso dei dati». Saglia ha ricordato che l’Italia conta sulle reti di distribuzione più avanzate d’Europa, contando sulla presenza diffusa dei sistemi di smart metering di seconda generazione. La stessa Autorità ha pubblicato a fine dicembre la delibera che regola le comunità energetiche e l’autoconsumo diffuso, misure che legano sostenibilità e digitalizzazione: sono i dati, infatti, che permetteranno di comprendere produzione, consumo e regolare gli incentivi dedicati.

Le imprese e la combinazione virtuosa tra sostenibilità e digitalizzazione: Leonardo insegna

Accanto agli organi istituzionali e alle amministrazioni pubbliche, un fondamentale ruolo per conciliare sostenibilità e digitalizzazione lo svolgono le aziende. Un esempio di quali potenzialità possano fornire lo rivela l’italiana Leonardo, tra i primi dieci operatori mondiali nel settore aerospaziale, della difesa e della sicurezza. La società da tempo ha fatto da tempo del digitale un proprio caposaldo. Va ricordato, per esempio, il suo supercomputer davinci-1, uno degli HPC più potenti al mondo nel settore aerospaziale e difesa, utilizzato per trasformare i big data spaziali in applicazioni e servizi mirati. La sostenibilità è stata posta quale priorità del piano industriale. Al tema l’azienda ha creato un’unità dedicata la cui senior vice president è Renata Mele. È stata proprio lei a mettere in luce i vari modi in cui si colleghino le tecnologie digitali alla sostenibilità. Un esempio: «stiamo lavorando per realizzare un digital twin di un elicottero che consentirà di modellizzare il funzionamento del velivolo, ottimizzare e fare manutenzione predittiva. È un elemento molto importante di sostenibilità, in termini di eco-design, cercando così di limitare gli impatti già in fase di progettazione, facendo test virtuali che permettono di ottenere altri tipi di risparmio».

La sostenibilità si applica su tutta la catena di fornitura societaria, ma anche lato cliente. Un modo per abilitare questo concetto è il training virtuale: «i cicli di addestramento dei piloti dei nostri clienti in maniera virtuale permettono di ridurre le ore di esercitazione sul mezzo, grazie a impianti molto sofisticati di simulazione». Fare sostenibilità è anche una leva di competitività, sottolinea Mele. Lo si nota anche nell’utilizzo dei dati satellitari per servizi: le finalità civili sono svariate e permettono di fare prevenzione nel caso di dissesti idrogeologiche, ma anche per fare agricoltura di precisione.

Scritto da:

Andrea Ballocchi

Giornalista Leggi articoli Guarda il profilo Linkedin