La protezione animali passa anche attraverso l’utilizzo di strumenti e tecnologie all'avanguardia. Ne è un esempio il progetto Connected Conservation per la protezione della fauna selvatica, partito in Sud Africa con un programma per la salvaguardia dei rinoceronti e ora esteso al Kenya per supportare sei diverse riserve naturali.

Il progetto Connected Conservation ha preso il via con un esperimento pilota in una riserva naturale adiacente al Parco Nazionale del Kruger, in Sud Africa, e che ha portato a una riduzione del bracconaggio di rinoceronti del 96% nei primi due anni di implementazione.

Nonostante, però, il successo di tale progetto, le statistiche ci dicono che, solo in Africa, viene ucciso un rinoceronte ogni quindici ore, mettendo in serio pericolo la fauna selvatica. Il problema, nello specifico, è quello di dovere fronte alla forte riduzione del numero di coloro che combattono il bracconaggio, unitamente alla riduzione dei controlli sull’area.

Progetto Connected Conservation: contro il bracconaggio si alleano antenne radio, gateway, Tvcc e sensoristica

Il progetto Connected Conservation ha l’obiettivo di proteggere la fauna selvatica e tutti coloro i quali sono impegnati nella sua salvaguardia, attraverso tecnologie e strumenti IoT quali i gateway WRA LoRA, antenne radio, sensori, Televisione a Circuito Chiuso (TVCC) e un’infrastruttura per produrre energia solare sicura.

Nello specifico, le antenne radio hanno la funzione di mettere a punto un network tra le riserve naturali, mentre sensori e telecamere a circuito chiuso riprendono eventuali azioni criminose.

Grazie a tali strumenti, i ranger sono messi nelle condizioni di controllare l’intera riserva e, in caso di allarme, di reagire rapidamente a qualsiasi attività sospetta all’interno di un’area delimitata. Questo consente di monitorare una vasta superficie e permette agli animali di muoversi liberamente senza nuocere loro fisicamente.

Connessione e comunicazione wireless tra le riserve

I ranger integrano e visualizzano ogni informazione relativa alla riserva, sia quelle già in archivio che quelle in real time. E lo fanno attraverso il software Earthranger, strumento in grado di individuare in tempi rapidi i bracconieri.

La tecnologia senza fili, poi, offre uno spazio di azione assai vasto e una trasmissione dei dati esente da interferenze e viene utilizzata in seno al progetto col fine di mettere in comunicazione le zone remote, consentendo così ai ranger di interagire e di avvisare circa la presenza di situazioni anomale.

Tutti i dati e le informazioni vengono raccolte nel Joint Operations Centre principale, al quale è collegato un centro operativo satellitare presente nelle numerose riserve circostanti.

Scritto da:

Paola Cozzi

Giornalista Leggi articoli Guarda il profilo Linkedin