Tre differenti piattaforme guidano gli utenti alla stima - e alla riduzione mediante compensazione - dell’impatto climatico di imprese, di coloro che vi lavorano e dei prodotti a scaffale all’interno dei supermercati. Vediamo in che modo.
Parlare, oggi, di climate tech per la carbon neutrality significa focalizzarsi su quelle tecnologie che – con modalità e impieghi differenti – sono in grado di supportare la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e, dunque, per correlazione, la riduzione dell’aumento del riscaldamento globale e la lotta al cambiamento climatico che, da questi due fenomeni, deriva.
Tecnologie che rientrano nel novero delle “misure urgenti” da adottare, alle quali fa riferimento il Goal 13 (“Agire per il clima”) – incluso nei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile definiti dall’ONU e contenuti nell’Agenda 2030 – e sollecitate, più recentemente, dal Rapporto ONU 2022 sul clima, affinché venga limitato l’aumento della temperatura globale a 1,5°C entro il 2100, come da accordi raggiunti in seno alla COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici conclusasi a novembre 2021 a Glasgow.
In particolare, l’Obiettivo 13 ONU, nell’esplicitare i traguardi che ne scandiscono il conseguimento, parla di:
«Migliorare l’istruzione, la sensibilizzazione e la capacità umana e istituzionale per quanto riguarda la mitigazione del cambiamento climatico, l’adattamento, la riduzione dell’impatto e l’allerta tempestiva»
In questo target vengono evidenziati una serie di sotto-obiettivi strategici dell’ “agire per il clima”, a cominciare dall’azione divulgativa, tesa a diffondere trasversalmente la cultura della lotta al cambiamento climatico, a “educare” alla sua mitigazione. Il che implica la presa di coscienza circa l’importanza – tra le altre – di azioni quali il “ridurre” l’impatto sul clima di determinate attività da parte dell’uomo. Ma in che modo?
«Quello di cui, ad oggi, disponiamo – e di cui non disponevamo anni fa – è la capacità di misurare in maniera sempre più puntuale e precisa l’impatto quotidiano che stili di vita personali, attività aziendali, servizi e prodotti hanno sul clima. Questo è il primo passo verso la riduzione delle emissioni. Insieme al rendere accessibili al pubblico tutte quelle informazioni utili che riguardano da vicino questa tematica»
osserva Benedetto Ruggeri, co-fondatore e amministratore della startup italiana Mugo, nata nel 2020 con una mission assai chiara: «accelerare, avvalendosi della tecnologia, la lotta al cambiamento climatico, contribuendo a formare una generazione a impatto zero sul clima». Vediamo come.
Climate tech per la carbon neutrality: dalla misurazione all’abbattimento dell’impatto climatico delle aziende
Misurare per ridurre, dunque. Stimare, attraverso le climate tech, la “quantità” di impatto climatico, per giungere alla carbon neutrality, ossia alla compensazione, al bilanciamento delle emissioni di CO2 mediante la loro riduzione o il loro totale azzeramento.
Un esempio di strumento che sfrutta la tecnologia per rendere concreto tale obiettivo, è dato dalla piattaforma Neutrality, sviluppata da Mugo «per consentire alle aziende di stimare l’impatto sul clima delle proprie attività, per poi abbatterlo acquistando crediti di carbonio», spiega Ruggeri.
La misurazione della carbon footprint aziendale avviene per mezzo di algoritmi proprietari – messi a punto dalla stessa startup – in grado di automatizzare le operazioni di calcolo, rendendole in questo modo accessibili da parte di qualsiasi organizzazione. Questo è il primo step.
Tratto distintivo della piattaforma è quello di essere «un marketplace all’interno del quale è possibile acquistare titoli certificati, riconosciuti a livello internazionale, per compensare le tonnellate di gas serra emesse con progetti di sostenibilità ambientale volti a ridurle a livello globale. Più precisamente, chi acquista un credito di carbonio, entra in possesso di un titolo corrispondente a una tonnellata di anidride carbonica non prodotta oppure assorbita proprio grazie a questi progetti, che l’azienda si impegna a supportare».
I progetti di sostenibilità ambientale per l’abbattimento di CO2 che generano crediti di carbonio – precisa Benedetto Ruggeri – e che le aziende trovano sulla piattaforma, sono tutti certificati e vanno, ad esempio, dalla protezione delle foreste in Sud America all’installazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili in zone del mondo fragili dal punto di vista socioeconomico, fino al potenziamento dell’assorbimento di anidride carbonica da parte delle piante.
«Un’altra particolarità di questo marketplace sta nel coniugare la possibilità di scegliere tra progetti certificati e dai prezzi trasparenti col rilascio immediato di un documento che attesta la rimozione di CO2».
L’approccio learning engagement alla riduzione dell’impatto climatico dei dipendenti
In tema di climate tech per la carbon neutrality, una seconda piattaforma sviluppata dalla startup è Mugo HR, destinata, in questo caso, ai dipendenti delle aziende attraverso l’intervento dei Responsabili delle Risorse Umane, i quali hannoil compito di veicolarne i contenuti.
Nello specifico, si tratta di una soluzione pensata per “educare” il singolo alla riduzione della propria carbon footprint a partire da semplici comportamenti quotidiani, attraverso un percorso fatto di micro contenuti multimediali interattivi, il cui tempo di fruizione è di cinque minuti.
«A partire dagli ultimi anni, le organizzazioni sono sempre più sensibili e attente in tema di sostenibilità ambientale. Tuttavia, spesso, questa tematica rimane nella “prima linea”, poiché le informazioni che la riguardano difficilmente riescono ad essere trasferite al resto dell’azienda. Il che comporta dei rischi per l’intera organizzazione. Ecco che l’obiettivo di questa piattaforma è togliere il monopolio del sapere al board aziendale, democratizzando l’accesso alle informazioni in materia di clima e ambiente, portandole su tutte le scrivanie»
sottolinea Ruggeri. I micro contenuti multimediali prevedono attività di misurazione dell’impatto climatico del singolo, relativo alla propria abitazione, all’alimentazione, alla mobilità, ai servizi, con domande che indagano – ad esempio – a proposito del consumo di elettricità e del numero di elettrodomestici acquistati negli ultimi anni.
Una volta calcolato il suo impatto climatico, inizia per il dipendente un percorso fatto di quelle che Benedetto Ruggeridefinisce «pillole educative», ovvero contenuti multimediali costituiti da testi, video e infografiche, tesi a illustrare le problematiche correlate al cambiamento climatico e a introdurre notizie, informazioni scientifiche e linee guida, il tutto come se si trattasse di “puntate” di una serie TV.
Alle pillole educative segue, poi, un percorso di «climate coaching», fatto di contenuti interattivi sotto forma di quiz e di sfide, il cui compito è «guidare verso uno stile di vita sostenibile».
Al termine del processo di learning engagement, spetta all’azienda decidere di bilanciare l’impatto climatico dei propri dipendenti ricorrendo allo stesso meccanismo di compensazione al quale si è accennato, destinato a finanziare progetti di sostenibilità certificati.
Climate tech per la carbon neutrality: focus sull’acquisto sostenibile
In tema di climate tech per la carbon neutrality, la terza piattaforma (Mugo Retail) si rivolge, invece, ai retailer, offrendo loro la possibilità di proporre ai propri clienti un’esperienza di acquisto consapevole e sostenibile.
«Il suo utilizzo è stato pensato per i “sistemi” dei supermercati. Dunque, non si tratta di un’app a sé, ma di una piattaforma concepita per essere integrata all’interno dei punti vendita, sia fisici che online»
Sfrutta algoritmi di categorizzazione e di misurazione proprietari, che mappano in modo automatico – stimandone le emissioni generate – qualsiasi prodotto di consumo che è possibile trovare a scaffale all’interno di un supermercato, comunicandole in tempo reale ai consumatori.
Le informazioni che questi ultimi ricevono in merito ai loro consumi, li guida verso scelte più consapevoli durante l’esperienza stessa di acquisto.
«L’obiettivo di questa piattaforma – conclude Ruggeri – è fare chiarezza su quelle che sono le differenti scelte di acquisto da parte di ognuno, dando la possibilità, in primis, di scegliere i prodotti più sostenibili e, in secondo luogo – nel momento in cui si ha una quantificazione dell’impatto climatico dei prodotti presenti nel carrello – di bilanciarlo ricorrendo all’acquisto di crediti di carbonio certificati, utilizzando i punti fedeltà accumulati».