Un nuovo modo di vivere gli spazi urbani e di fruire dei servizi di mobilità: il MaaS, acronimo di Mobility as a Service, rappresenta un nuovo modello di business, basato su piattaforme digitali che integrano più servizi per gli utenti cambiando il paradigma della mobilità, dalla proprietà dei mezzi di trasporto personali alla mobilità condivisa fruibile come servizio. Va in questa direzione MyPass, un progetto di Ricerca Industriale e Sviluppo Sperimentale che si propone di sviluppare azioni ed iniziative concrete che possano favorire la diffusione del modello MaaS in Italia. Si parte con due siti pilota, Cagliari e Napoli.
La Mobility as a Service entra a gamba tesa nei piani di mobilità sostenibile del futuro. La Ricerca ed i primi progetti pilota puntano a ridefinire il concetto stesso di mobilità, mettendo le persone al centro di servizi fruibili on demand in modo molto semplice, ridisegnando i paradigmi della mobilità urbana.
Considerare la mobilità come un servizio condiviso rappresenta una bella sfida di cambiamento. Ma è questa la strada tracciata dall’Europa e quella sulla quale punta l’Italia per dare concretezza, anche e soprattutto attraverso i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), alle strategie e gli impegni del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale (MITD) e del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS). Vediamo allora di cosa si tratta e su quali direttrici si sta sviluppando il progetto di Ricerca MyPass.
Cos’è la Mobility as a Service (MaaS)
La cosiddetta Mobility as a Service, spesso semplicemente indicata con il suo acronimo MaaS, rappresenta un tipo emergente di servizio basato su piattaforme digitali (per lo più un unico canale digitale congiunto) che permette agli utenti di programmare e prenotare un viaggio (inteso anche come una semplice corsa in Taxi o su un mezzo pubblico, oppure attraverso un monopattino o un’auto in sharing, e via dicendo), fruire di tutti i mezzi di trasporto disponibili e dei servizi ad essi connessi, compresi i pagamenti, da un unico sistema digitale che integra tutti i servizi disponibili.
L’obiettivo è rendere semplice e veloce, nonché sostenibile, gli spostamenti delle persone abilitando non solo una nuova mobilità urbana ma anche, e soprattutto, un nuovo paradigma che sposa le modalità di trasporto dai mezzi personali di proprietà ai mezzi e servizi condivisi collettivamente in una comunità.
Il cambio di paradigma presuppone, alla base, non solo le infrastrutture e le piattaforme tecnologiche abilitanti ma anche la combinazione di servizi pubblici con servizi e mezzi di trasporto messi a disposizione di aziende private, con un unico sfidante obiettivo: consentire alle persone di vivere una nuova esperienza di mobilità, senza frizioni e con la semplicità di utilizzo di una qualsiasi app o servizio digitale di uso ormai quotidiano.
La Mobility as a Service, di fatto, integra molteplici servizi di trasporto pubblici e privati (e servizi connessi, come l’accesso alle informazioni di traffico in tempo reale, la pianificazione di un viaggio sfruttando mezzi differenti lungo il tragitto, il pagamento, ecc.) fruibili dalle persone da un unico canale digitale.
È nel “dietro le quinte” della Mobility as a Service che si deve compiere “la magia”, mascherando agli utenti l’innegabile complessità tecnologica intrinseca di una “piattaforma digitale di intermediazione” che integra differenti servizi erogati da diversi soggetti, pubblici e privati.
Come funziona?
Da un punto di vista pratico, la Mobility as a Service prevede per gli utenti una sorta di abbonamento mensile per la fruizione di diversi servizi integrati e condivisi all’interno di una piattaforma (per le persone accessibile generalmente da una semplice app), una sorta di “abbonamento a Netflix” grazie al quale poter accedere ad un sistema unico all’interno del quale trovare tutto ciò che può servire per spostarsi nelle città.
Come accennato, infatti, nella piattaforma unica confluiscono i servizi di diversi soggetti, pubblici e privati, ed operatori: servizi informativi (orari, mappe, posizioni, prezzi, ecc.), biglietteria unica per servizi diversificati, biglietto unico per mezzi diversi, sistemi di pagamento, servizi di assistenza, accesso a mezzi di trasporto che possono andare dai mezzi pubblici (Bus, Tram, Metro, Taxi, ecc.) ai mezzi privati messi a disposizione in sharing (biciclette, monopattini, scooter e motorini, autovetture, …), fino ai servizi di noleggio auto o di parking e navette urbane.
In linea di massima, le piattaforme consentono differenti livelli di servizio per gli utenti, potremmo dire gli abbonati:
– servizi di base (livello 1 della piattaforma): accesso alle informazioni di base come orari, prezzi, itinerari…
– servizi aggregati (livello 2 della piattaforma): accesso ad informazioni aggregate con alcuni servizi utili (per esempio il suggerimento dell’itinerario migliore e dei mezzi utilizzabili, del viaggio più economico o di quello più sostenibile, anche in funzione della situazione della circolazione del traffico e della mobilità urbana in real-time), con l’aggiunta dei servizi di pagamenti già integrati nella piattaforma;
– servizi premium in abbonamento (livello 3 della piattaforma): accesso a tutti i servizi disponibili, già integrati, attraverso diverse forme di abbonamento che possono consentire di fruire di diversi livelli di servizio e di accesso ai diversi mezzi di trasporto oppure ai servizi integrati nella piattaforma in funzione dell’abbonamento sottoscritto.
Le tecnologie abilitanti e i benefici della MaaS
Le tecnologie che rendono possibile la realizzazione della Mobility as a Service sono quelle ormai tipiche e note della cosiddetta Quarta Rivoluzione Industriale: Cloud Computing, Big Data, IoT, analisi dei dati (Advanced Analytics e Intelligent Data processing), 5G, Edge Computing, Intelligenza Artificiale e, trasversale a tutto, le tecnologie e le soluzioni di Cyber Security.
La portata rivoluzionaria generata dalle tecnologie riguarda l’accesso in real-time a grandi moli di dati, provenienti da tantissime fonti eterogenee (per esempio anche dai sensori e dispositivi IoT), analizzate in tempo reale per fornire informazioni utili alle persone e suggerire e offrire i migliori servizi: per esempio identificare le modalità, i mezzi, i servizi ed i prezzi più idonei per lo spostamento in città di una persona con particolari esigenze specifiche o di un utente che desidera generare il minor impatto possibile sull’ambiente.
Il fulcro di una piattaforma per la Mobility as a Service è rappresentato dai dati e dalla loro condivisione: è da essi che possono scaturire una serie di vantaggi ancora più estesi per gli utenti, fino alla personalizzazione dei servizi e anche all’anticipazione dei bisogni.
I benefici che la Mobility as a Service può produrre interessano tanto i cittadini e le persone che si muovono in contesti urbani, quanto gli operatori ed i player economici che “partecipano” alla piattaforma e ai servizi erogati, fino agli enti pubblici e i soggetti della Pubblica Amministrazione.
Per le persone il beneficio maggiore si concretizza con l’estrema personalizzazione dell’esperienza di viaggio e spostamento; esperienze che possono anche stimolare scelte di mobilità più sostenibili ma anche più efficienti per gli spazi urbani e la comunità che li popola e vive quotidianamente.
Per chi offre mezzi e servizi di mobilità, i vantaggi primari sono dati dalla possibilità di poter accedere a un pubblico molto più ampio di quello che avrebbero operano singolarmente e non in modo condiviso mettendo a fattor comune i propri servizi in un’unica piattaforma. Da una prospettiva più ampia, a livello economico, si definiscono condizioni favorevoli per un mercato libero da condizioni di monopolio.
Per la Pubblica Amministrazione la Mobilità as a Service diventa il volano per riqualificare le zone urbane e migliorare la qualità della vita delle persone, nonché il paradigma attraverso il quale dare concretezza ai piani di transizione ecologica e di mobilità sostenibile, oggi sul tavolo delle strategie europee e internazionali.
L’iniziativa “Mobility as a Service for Italy” nel PNRR
A dimostrazione di quanto la Mobility as a Service sia strategica per l’Italia, recentemente è stata inserita negli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nello specifico quelli previsti nel punto 1.4.6, impegnando in modo diretto, per l’attuazione, il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale (MITD) e il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS).
Il progetto denominato “Mobility as a Service for Italy” intende promuovere la condivisione dei dati, la riutilizzabilità e l’interoperabilità dei sistemi di trasporto partendo dalle grandi città metropolitane, quelle dove la Mobility as a Service come nuovo paradigma di mobilità urbana dovrebbe generare i maggiori impatti e benefici, anche sul piano della mobilità sostenibile.
Proprio su questo fronte è già partito un progetto di Ricerca, denominato MyPass, che mira a sviluppare in Italia un vero e proprio modello MaaS, di Mobility as a Service.
MyPass, verso la Mobility as a Service in Italia
MyPass è una iniziativa di Ricerca [si tratta di un progetto finanziato, PON “Ricerca e Innovazione” 2014-2020 – Avviso del MUR per la presentazione di progetti di Ricerca Industriale e Sviluppo Sperimentale nelle 12 aree di specializzazione individuate dal PNR 2015-2020. Il programma operativo è stato finanziato dal FESR] che vede coinvolte differenti realtà.
Guidata da algoWatt, realtà che coordina il progetto di Ricerca, MyPass “prende forma” grazie ad un consorzio cui hanno preso parte Università e soggetti accademici, aziende private, enti pubblici ed operatori di trasporto. Questi i soggetti in prima linea: Modis, ARST, Municipia, Evolvea, Corvallis, Engineering, Greenshare, Università di Cagliari, Università Mediterranea di Reggio Calabria.
All’interno del consorzio, Modis si integra quale partner per l’innovazione tecnologica chiamato a dare il proprio contributo per la definizione, l’ideazione e lo sviluppo di un’unica piattaforma di servizi – quella sulla quale, come abbiamo accennato, prende forma lo stesso paradigma di Mobility as a Service – che combina infrastrutture, sistemi e mezzi di trasporto, infomobilità e informazioni di viaggio, servizi di pagamento, servizi agli utenti (anche in real-time).
MyPass, i dettagli del progetto di Ricerca
L’iniziativa MyPasS pone le basi per la futura diffusione del modello MaaS, Mobility as a Service, in Italia. Due le direttrici lungo le quali prendono forma le attività (e i risultati che si intende raggiungere):
1) definizione di un insieme di misure, modelli operativi e di governance che facciano da base condivisa per lo sviluppo del MaaS in Italia;
2) ideazione, progettazione e sviluppo di tutte le componenti tecnologiche necessarie ad accelerare la Mobility as a Service, con particolare riguardo all’interoperabilità, all’integrazione ed alla sicurezza dei sistemi.
Il progetto parte con due siti pilota, nelle città di Cagliari e Napoli, e mira a raggiungere diversi obiettivi per poter poi essere esteso ad altre città italiane:
- sviluppare, testare e rilasciare tecnologie di integrazione fra i vari sistemi (pianificazione, tariffazione, prenotazione, pagamento) alla base delle nuove forme di mobilità come servizio;
- sfruttare le tecniche di Intelligenza Artificiale ed i sistemi di Advanced Analytics (in particolare le cosiddette analisi predittive ed i modelli di elaborazione del comportamento e delle abitudini degli utenti) per “intercettare” e prevenire la domanda di mobilità urbana, con l’obiettivo di fornire funzioni di pianificazione efficienti per la PA e servizi personalizzati ad alto valore aggiunto per le persone;
- validare modelli di business innovativi accelerando l’adozione del paradigma della mobilità come servizio;
- identificare e promuovere nuovi impianti normativi e regolatori per garantire unnicolettaa efficace ed efficiente attuazione del MaaS a livello nazionale, anche in termini di Governance e sicurezza;
- identificare nuove strategie per stimolare il cambiamento comportamentale delle persone verso il concetto di mobilità, anche attraverso la gamification e altri strumenti di incentivazione.
Quale partner tecnologico, Modis è chiamata a fornire il supporto necessario alla creazione di modelli di business innovativi attraverso lo scouting delle tecnologie abilitanti e lo sviluppo delle soluzioni necessarie a dare vita alla piattaforma digitale che deve integrare tutti i servizi di mobilità. Non solo, Modis è attiva nel progetto anche per quanto riguarda la raccolta e l’analisi dei dati, ossia i pilastri attraverso i quali incentivare la mobilità del futuro. Infine, Modis porta al tavolo del progetto di ricerca anche le competenze e le consolidate esperienze maturate sul fronte della Cyber Security. Al lavoro quindi un team di progetto eterogeneo, per il momento concentrato sulla leadership nella gestione dei dati e nello sviluppo software, che verrà poi supportato da un pool di professionisti per la analisi dati. Competenze che Modis mette in campo a supporto della mobilità del futuro.