Appian vuole portare una Private AI nelle aziende che non intendono cedere i propri dati a terzi (per l’utilizzo di soluzioni basate su intelligenza artificiale che evolvono anche grazie all’uso dei dati degli utenti e delle aziende) o utilizzare modelli pre-addestrati con dati non “aderenti” alle proprie necessità di business

Quella di una Private AI (Private Artificial Intelligence) non è nuova come intuizione, se ne parla dal 2017 circa. L’idea di fondo è sviluppare tecniche di intelligenza artificiale – e soluzioni tecnologiche applicative basate su di esse – preservando la privacy e la riservatezza dei dati. Facendo cioè leva su una delle principali preoccupazioni attuali delle aziende in termini di protezione e salvaguardia dei dati, non solo per esigenze di compliance alle normative ma anche per mitigare i rischi. 

In termini molto semplici, una Private AI consente alle organizzazioni di sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale (oggi nessuno mette in dubbio gli enormi benefici che può generare) mantenendo il controllo sui propri dati, garantendone la protezione e la privacy.

Ed è su questo terreno di gioco che Appian intende confrontarsi a livello competitivo, come ampiamente ribadito dai fondatori dell’azienda durante il recente Appian World 2023, la convention annuale che ha riunito a San Diego (California) clienti, partner, analisti e giornalisti da tutto il mondo.

Matt Calkins, CEO dell’azienda è stato chiarissimo nello spiegare la scelta dell’azienda: «Quando oggi parliamo di soluzioni e strumenti basati su intelligenza artificiale, come ChatGPT e le altre soluzioni di OpenAI (oggi sulla bocca di tutti), ci riferiamo a Public AI: le aziende (e le persone) inviano i propri dati a questi ambienti fruibili via web e via cloud per poter avere – in cambio – un servizio (per esempio, una risposta ad una domanda formulata in linguaggio naturale o una proposta grafica in risposta ad un prompt di comando). Quel tipo di AI è fatta “per loro” (i provider), non per le aziende».

Matthew Calkins, CEO e Founder di Appian sul palco dell'Appian World 2023 a San Diego (California)
Matthew Calkins, CEO e Founder di Appian sul palco dell’Appian World 2023 a San Diego (California)

Calkins è convinto che questo approccio non potrà funzionare a lungo, «le aziende stanno già cercando alternative, vogliono la propria AI, vogliono poter addestrare i modelli sui propri dati e distribuire le soluzioni all’interno dei propri ambienti enterprise», dice il numero uno dell’azienda.

E a chi ha chiesto se questa “nuova” visione dell’aziende potesse essere letto come un riposizionamento, la serafica risposta del Ceo non ha lasciato alcuno spazio ad errate interpretazioni: «Siamo un’azienda di automazione dei processi end-to-end, tutto ciò che facciamo va in questa direzione».

La Private AI di Appian

La convention Appian World 2023 è stata così occasione per annunciare alcune novità proprio sul fronte di questo approccio alla Private AI.

Innanzitutto, così come già molti altri provider IT, anche Appian ha deciso di integrare ChatGPT nella propria piattaforma, «affrontando i problemi di privacy e trasparenza che circondano i modelli LLM (Large Language Models), consentendo alle aziende di utilizzare i propri dati in un ambiente privato», ha spiegato Malcolm Ross, Senior Vice President Product Strategy di Appian, «soprattutto per consentire alle aziende di disegnare e costruire automazioni in modo ancora più semplice e rapido, sfruttando appunto il linguaggio naturale e la Generative AI per accelerare lo sviluppo».

Alcuni esempi pratici di utilizzo del linguaggio naturale basato su ChatGPT all’interno della piattaforma Appian spaziano dall’identificazione di pattern e schemi che possono essere riutilizzati nelle fasi di progettazione (sempre in ottica di sviluppo low-code), fino allo sviluppo completo di una applicazione sfruttando i Large Language Models (gli algoritmi creano e suggeriscono, sulla base di semplici domande ed indicazioni degli sviluppatori, tutti gli oggetti necessari alla costruzione di una applicazione funzionante).

«Questo non significa affatto che l’AI sostituisce il lavoro delle persone – ci tiene a precisare Matt Calkins – ma che diventa un vero e proprio partner nei team aziendali».

Michael Beckley, CTO di Appian
Michael Beckley, CTO di Appian

A presentare le prime funzionalità di Private AI – definite AI Skills – disponibili per le aziende è Michael Beckley, CTO dell’azienda, che parla di «algoritmi che Appian ha sviluppato per alcuni ambiti funzionali ben specifici. Le aziende possono distribuire e applicare tali algoritmi ai propri dati, addestrandoli attraverso l’ambiente Appian AI Skill Designer – su Cloud Appian – utilizzandoli poi all’interno del proprio contesto enterprise».

Queste le prime AI Skills presentate a San Diego:

1) Classificazione e-mail: l’algoritmo che permette di classificare e interpretare automaticamente le e-mail può essere utilizzato per automatizzare alcuni processi di comunicazione. L’algoritmo va addestrato con i propri dati aziendali (come accennato, all’interno di di Appian AI Skill Designer su cloud Appian) e poi collegato al proprio server di posta;

2) Classificazione dei documenti: in questo caso l’algoritmo è pensato per automatizzare la classificazione dei documenti in base al loro contenuto, ai dati e alle informazioni che contengono. Anche in questo caso, una volta addestrato attraverso i propri dati aziendali, può essere integrato a supporto dell’automazione e della gestione dei processi documentali;

3) Estrazione di documenti: estensione della precedente funzionalità, questo algoritmo consente di estrarre informazioni da vari tipi di documenti con l’obiettivo principale di ridurre l’inserimento manuale dei dati.

Di fronte alle stuzzicanti funzionalità che abbiamo visto negli ultimi mesi, soprattutto nell’ambito della Generative AI, queste applicazioni possono sembrare meno entusiasmanti, ma «le aziende non vogliono qualcosa di eccitante, vogliono qualcosa che funzioni e risolva problemi concreti», dice senza mezzi termini Beckley.

Scritto da:

Nicoletta Boldrini

Futures & Foresight Director | Direttrice Responsabile Tech4Future Leggi articoli Guarda il profilo Linkedin