Per la neutralità climatica e la sostenibilità, l’UE punta sulle transizioni green e digital ma servono investimenti e competenze, rileva lo Strategic Foresight Report 2023
Le transizioni verde e digitale sono presupposti fondamentali per conseguire la neutralità climatica e la sostenibilità. Lo evidenzia la Commissione Europea nello Strategic Foresight Report 2023, mettendo in chiaro che la duplice transizione “richiede cambiamenti decisivi” e compromessi “che incideranno sulle nostre economie e società”. Perché tale trasformazione possa essere realizzata, “è essenziale riconoscere i legami tra le dimensioni ambientali, sociali ed economiche della sostenibilità”.
Il raggiungimento del traguardo in ambito green e digital richiede sforzi immani, sotto forma di investimenti, ma capaci di garantire i necessari presupposti perché siano caratterizzati dall’equità.
Gli investimenti, innanzitutto: sulla transizione ecologica (che comprende anche la transizione energetica) per centrare gli obiettivi del Green Deal e del piano RepowerEU serviranno più di 620 miliardi di euro l’anno. Per la svolta digitale saranno necessari almeno 125 miliardi di euro l’anno per “colmare la carenza di investimenti UE”.
Ci sono poi da aggiungere ulteriori risorse per altre priorità, dalla difesa al clima. A quest’ultimo proposito, segnala la Commissione UE:
“L’Unione Europea ha già in programma di destinare 578 miliardi di euro (almeno il 30 % del proprio bilancio) ad azioni per il clima nel periodo 2021-2027. Eppure i costi e le conseguenze della crisi del clima e della biodiversità non sono del tutto noti”.
Takeaway
L’importanza cruciale della tutela ambientale
Un aspetto fondamentale che viene messo in chiaro sin da subito nello Strategic Foresight Report 2023 è la sostenibilità ambientale, innanzitutto. Le transizioni verde e digitale non possono fare a meno della considerazione della tutela dell’ambiente. Oltre al ruolo essenziale che svolge per la sopravvivenza stessa degli esseri viventi (umani compresi) la natura è una fonte di ricchezza economica di notevole importanza. Lo scrive la stessa Commissione Europea:
“Le risorse ambientali, che non sono infinite, costituiscono le fondamenta stesse dell’attività economica: ad esempio il 72 % dei 4,2 milioni di imprese della zona euro è fortemente dipendente da almeno un servizio connesso alla natura.”
Diviene così decisivo dissociare la crescita economica dall’uso delle risorse per un nuovo modello economico che deve tenere conto della sostenibilità e del benessere dei cittadini, temi cruciali del report.
Posto questo, il documento pone in rilievo altre questioni che spaziano dalla geopolitica agli aspetti demografici di cui occorre tenere conto in un quadro d’insieme dove sono molteplici le sfide.
Transizioni verde e digitale: servono investimenti, ma non solo
Il sostegno alle transizioni verde e digitale ha bisogno di capitali pubblici, ma anche di un contributo significativo del settore privato. Per questo l’Unione Europea ha elaborato un quadro globale della finanza sostenibile capace di stimolare le imprese e il settore finanziario a incrementare gli investimenti necessari per la transizione verso la sostenibilità. Tale quadro “comprende la tassonomia, le informative sulla sostenibilità, gli indici di riferimento climatici e i green bond”, si legge nel report.
Tuttavia, ci sono elementi critici da considerare e affrontare. Uno di questi riguarda il divario tra l’UE e gli Stati Uniti in termini di investimenti produttivi, che negli anni si è ulteriormente ampliato. Su tutti, il pensiero corre all’Inflation Reduction Act, provvedimento USA per favorire investimenti e interventi su energie rinnovabili e azioni sul clima.
C’è poi il problema di una mancanza di mercato unico dei capitali, che ostacola gli investimenti privati e di un’unione bancaria completa.
Mancano le competenze: il futuro richiede conoscenza e formazione
Le transizioni verde e digitale richiedono figure competenti che possano gestire questo cambiamento e operare al meglio. Lo Strategic Foresight Report 2023 non manca di ravvisare una mancanza di figure adeguatamente preparate, lamentato in particolare nel settore pubblico. Il 69% dei Comuni dell’UE ha segnalato la carenza di competenze in materia di valutazione ambientale e climatica come fattore di rallentamento degli investimenti legati al clima.
Questa carenza la si ravvisa anche in ambito digitale. Le tecnologie digitali, compresa la Generative AI, creano nuove possibilità di insegnamento e apprendimento. Tuttavia comportano anche sfide per gli attuali sistemi di istruzione e formazione. Ma c’è dell’altro:
“La sfida delle competenze va oltre le mere considerazioni economiche. L’alfabetizzazione digitale e le competenze digitali saranno cruciali non soltanto per trovare un lavoro di qualità ma anche per partecipare attivamente alla vita civica o per distinguere i fatti dalla disinformazione o dalla cattiva informazione, anche in relazione alla sostenibilità. Attualmente solo il 54 % dei cittadini dell’UE possiede almeno le competenze digitali di base”.
Ecco allora la necessità di una solida istruzione e formazione, presupposti indispensabili per le transizioni, tali da sviluppare competenze adeguate. Vanno superate anche problemi annosi, tra questi il gender gap. La riduzione del divario di genere nelle discipline STEM, essenziali sia per la transizione verde sia per la transizione digitale, potrebbe determinare un miglioramento del Pil dell’UE fino a 820 miliardi di euro nel 2050.
La richiesta occupazionale è forte già oggi e aumenterà nel tempo. Per esempio: ci sarà bisogno di 180mila lavoratori qualificati nel settore dell’idrogeno e delle fuel cell entro il 2030 e fino a 66mila nel settore fotovoltaico.
Il presente e, ancor più, il futuro verde e digitale, sostenibile e inclusivo, richiede competenze e conoscenza, per affrontare e competere in un mondo sempre complesso, dove le variabili (climatiche e non solo) saranno una costante.