Il World Energy Outlook 2023 di IEA mette in evidenza l’emergere di una nuova economia basata sull’energia pulita quale elemento di speranza in uno scenario incerto. Lo stesso emerge dal report di Mckinsey.

Secondo il World Energy Outlook 2023 realizzato dalla Agenzia internazionale dell’Energia (IEA), nel futuro dell’energia mondiale sono le fonti rinnovabili a offrire solidi motivi di speranza. Dallo studio di IEA emerge come il mondo dell’energia, seppure resti fragile, dispone di soluzioni efficaci per migliorare la sicurezza energetica e contrastare le emissioni.

I fattori per pensare negativo non mancano certo: i mercati energetici volatili, la geopolitica e l’economia globale instabili, cui si aggiunge il clima macroeconomico negativo e il rischio crescente e sempre presente di ulteriori sconvolgimenti. A questo si aggiunge una situazione climatica preoccupante: la temperatura superficiale media globale è già di circa 1,2°C superiore ai livelli preindustriali. Non fa pensare bene nemmeno il settore energetico, principale causa dell’aria inquinata respirata dal 90% della popolazione mondiale e di 6 milioni di morti premature l’anno.

Tuttavia, nel World Energy Outlook 2023 si legge una nota positiva di speranza: l’emergere di una nuova economia basata sull’energia pulita, guidata dal fotovoltaico e dai veicoli elettrici. La IEA mette in rilievo come gli investimenti nell’energia pulita sono aumentati del 40% dal 2020. Il fotovoltaico traina il comparto delle Fonti Energetiche Rinnovabili: solo in termini di stanziamenti, più di un miliardo di dollari al giorno viene speso per lo sviluppo dell’energia solare.

Seppure i progetti di clean energy affrontino ostacoli in alcuni mercati a causa dell’inflazione dei costi, dei colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento e dell’aumento dei costi di finanziamento, l’energia green è l’aspetto più dinamico degli investimenti energetici globali.


Takeaway

Il contesto geopolitico incerto tocca anche il settore energetico. Malgrado tutto, emergono motivi di speranza legati a una nuova economia basata su energia pulita e guidata da fotovoltaico e auto elettriche, rivela il World Energy Outlook 2023 di IEA.
Crescono gli investimenti sull’energia solare – 1 miliardo al giorno – sull’eolico e gli electric vehicle, nel frattempo per i combustibili fossili, malgrado la crescita, si prevede il picco prima della discesa prima del 2030. 
Anche nel Global Energy Perspective 2023 di Mckinsey si ritrovano conclusioni analoghe, specchio di cambiamenti sostanziali nel futuro energetico mondiale, in cui avranno un ruolo ancora più cruciale le reti nella transizione energetica in atto, specie le smart grid.

World Energy Outlook 2023: entro il 2050 le rinnovabili avranno la quota di maggioranza nel mix energetico

La spinta a ridurre le emissioni è una delle ragioni principali della crescita delle fonti rinnovabili, ma non l’unica. Lo segnala la stessa Agenzia:

“la motivazione economica a favore delle tecnologie energetiche pulite mature è forte. Anche la sicurezza energetica è un fattore considerevole”.

Il progresso delle FER è indubitabile ed è già un motivo di speranza: se nel 2022 hanno fornito il 30% dell’elettricità generata in tutto il mondo, entro il 2030 questa percentuale salirà a quasi il 50% nello Stated Policies Scenario (STEPS), ovvero nello scenario basato sulle più recenti impostazioni politiche, comprese quelle energetiche, climatiche e industriali correlate. Dal 2031 al 2050 si attende il sorpasso delle rinnovabili sulle fossili: nei due decenni considerati le FERcostituiranno la maggior parte del mix energetico. Il futuro dell’energia, quindi, è nel segno di fotovoltaico, eolico & C.

A ciò si aggiunge il lento declino dei combustibili fossili: la quota di carbone, petrolio e gas naturale nell’approvvigionamento energetico globale, rimasta costante per decenni intorno all’80%, inizia a diminuire e raggiunge il 73% negli STEPS entro il 2030. “Si tratta di un cambiamento importante” sottolinea IEA.

Alle previsioni che si leggono nel World Energy Outlook 2023 si aggiungono anche quelle presentate in questi stessi giorni da Mckinsey, attraverso il “Global Energy Perspective 2023”. Anche in esso emergono le considerazioni riguardanti il contesto difficile non mancano. In ogni caso, conferma il trend di crescita delle rinnovabili: entro il 2040, gli analisti si aspettano che solare ed eolico contribuiranno insieme alla quota maggiore del mix energetico mondiale. Investimenti “sostanziali” si renderanno necessari per sostenere la diffusione dell’energia rinnovabile oltre che per fornire combustibili fossili sufficienti a integrare queste fonti.

“Prevediamo che gli investimenti energetici totali aumenteranno da 1500 miliardi di dollari nel 2021 a tra duemila e 3200 miliardi nel 2040”.

Anche Mckinsey prevede uno spostamento graduale, ma continuo del focus degli investimenti dai combustibili fossili alle tecnologie verdi e alla trasmissione e distribuzione elettrica.

“Pur rappresentando solo il 20% degli investimenti totali nel 2015, si prevede che le energie rinnovabili e le tecnologie di decarbonizzazione costituiranno tra il 40 e il 50% degli investimenti totali entro il 2040.”

Il futuro dell’energia letto attraverso la crisi petrolifera di 50 anni fa

Per comprendere il futuro dell’energia è opportuno guardare al passato. Lo fa l’Agenzia internazionale dell’Energia (IEA), nel World Energy Outlook 2023, ricordando lo shock petrolifero di 50 anni fa. Alla crisi conseguirono, però, anche nuove opportunità. La stessa IEA nacque giusto mezzo secolo fa, con l’obiettivo di salvaguardare la sicurezza energetica.

Le differenze con il contesto passato ci sono e significative. Da allora a oggi il mondo è cambiato. Non è un modo di dire, ma la constatazione di un profondo mutamento, anzi una rivoluzione. La transizione energetica è il traguardo verso cui va questa rivoluzione, guidata dalle fonti rinnovabili che mai come oggi stanno avendo un “autentico slancio”, mette in luce il direttore esecutivo dell’Agenzia, Fatih Birol, considerando ciò che emerge dal report 2023.

Anche oggi ci sono crisi sensibili che stanno minando molte sicurezze, oltre a provocare morti e distruzione: pensiamo all’Ucraina e oggi il conflitto che ha come epicentro Israele.

Ma ci sono almeno tre differenze rispetto a quanto vissuto negli anni Settanta: il sistema energetico globale è cambiato considerevolmente; oggi disponiamo già delle tecnologie energetiche “pulite”per cambiare il sistema energetico stesso, e farlo mantenendo la fornitura sicura e a prezzi accessibili dei servizi energetici; lo “slancio” della transizione energetica è già in atto. Per questo Birol afferma che “il mondo è molto più preparato di quanto lo fossimo 50 anni fa”.

Fattori critici ed elementi di speranza

Questo non significa che le cose stiano andando bene. Tutt’altro, ricorda bene il World Energy Outlook 2023:

“oggi, la temperatura superficiale media globale è già di circa 1,2°C superiore ai livelli preindustriali, provocando ondate di caldo e altri eventi meteorologici estremi, e le emissioni di gas serra non hanno ancora raggiunto il picco. Il settore energetico è anche la causa principale dell’inquinamento dell’aria che oltre il 90% della popolazione mondiale è costretta a respirare, legato a oltre 6 milioni di morti premature all’anno.”

Tuttavia gli elementi che offrono speranza per il futuro dell’energia ci sono. IEA elenca l’emergere di una nuova economia basata sulla clean energy, guidata principalmente dal fotovoltaico e dai veicoli elettrici. Gli investimenti in fonti rinnovabili sono aumentati del 40% dal 2020 e continuano a crescere.

“La spinta a ridurre le emissioni è una delle ragioni principali, ma non l’unica. La motivazione economica a favore delle tecnologie energetiche pulite mature è forte. Anche la sicurezza energetica è un fattore importante, in particolare nei paesi importatori di combustibili, così come lo sono le strategie industriali e il desiderio di creare posti di lavoro nel settore dell’energia pulita”.

IEA non manca di segnalare che non tutte le tecnologie pulite stanno prosperando e alcune catene di approvvigionamento, in particolare quella eolica, sono sotto pressione, ma ci sono esempi sorprendenti di un ritmo di cambiamento sempre più rapido.

Tuttavia più di 500 GW di capacità di generazione da fonti rinnovabili saranno aggiunti nel 2023: un nuovo record. Si aggiunga poi il progresso delle auto elettriche, il cui incremento di vendite è significativo: solo tre anni fa, nel 2020, un’auto venduta su 25 era elettrica; nel 2023 è una su cinque.

Altri elementi di speranza arrivano dalle strategie politiche di Cina e USA, ovvero due tra i maggiori emettitori mondiali. La Repubblica Popolare, in particolare, ha un ruolo enorme nel definire le tendenze energetiche globali. Il notevole ricorso ai combustibili fossili per alimentare la crescita comporta effetti collaterali importanti: la Cina è responsabile di quasi due terzi dell’aumento del consumo globale di petrolio, quasi un terzo dell’aumento del gas naturale, ed è stata l’attore dominante nei mercati del carbone. Ma la sua economia sta raggiungendo la flessione e di conseguenza ciò comporterà una minore domanda futura di energia nei settori più energivori. Inoltre la Cina è anche una potenza nel settore dell’energia pulita, rappresentando circa la metà dell’energia eolica e solare e ben oltre la metà delle vendite globali di veicoli elettrici nel 2022. Sulle clean energy la Cina ha continuato e continua a investire. Lo comprova anche il dato riguardante le previste aggiunte di solare fotovoltaico ed eolico offshore entro il 2030: oggi sono tre volte superiori rispetto al report IEA del 2021.

Per quanto riguarda gli USA, invece, l’Inflation Reduction Act, il Bipartisan Infrastructure Investment and Jobs Act e altre politiche recenti hanno rimodellato le prospettive energetiche degli Stati Uniti. In particolare, l’IRA conseguirà notevoli impatti positivi in termini di sviluppo delle rinnovabili. Entro il 2030, la produzione fotovoltaica supererà gli 800 TWh nello scenario STEPS, e l’energia eolica raggiungerà i 1000 TWh, rispettivamente il 66% circa e il 50% in più rispetto al livello previsto nel report del 2021.

Il ruolo delle reti e delle smart grid

Posta la crescita significativa delle fonti rinnovabili e, in generale, della produzione energetica ed elettrica, le reti saranno pronte in tempo per consentire la transizione del settore energetico? Se lo domanda la IEA, ricordando che oggi nel mondo esistono circa 80 milioni di chilometri di reti elettriche e che sono necessari “miglioramenti significativi della rete in tutti gli scenari per soddisfare il ritmo crescente dell’elettrificazione e la diffusione accelerata delle fonti energetiche rinnovabili”. Sarà essenziale contare su nuove linee di trasmissione per collegare progetti eolici e fotovoltaici su larga scala ai centri di domanda, a volte su lunghe distanze, e sono necessari sottostazioni e cavi offshore per collegare i nuovi e pianificati parchi eolici offshore alla terraferma. Anche le linee di distribuzione devono essere ampliate per soddisfare la crescente domanda di elettricità e la rapida crescita della capacità solare fotovoltaica distribuita

“La lunghezza totale delle linee della rete aumenta di circa il 18% dal 2022 al 2030 negli scenari STEPS e APS e del 20% nello scenario Net Zero Emission”. Oltre all’estensione delle linee elettriche, sono necessari investimenti nella digitalizzazione, nei sistemi intelligenti e nelle tecnologie avanzate dei semiconduttori ad alta potenza per migliorare il controllo e la stabilità dei flussi elettrici. Per questo saranno fondamentali le smart grid e i componenti di rete, come i sistemi di trasmissione flessibili in corrente alternata, capaci di facilitare la gestione della quota crescente di generazione variabile da solare fotovoltaico ed eolico. Inoltre, rappresentano un’opportunità per migliorare la gestione della rete e per rendere i nuovi investimenti nelle reti più mirati ed efficienti e per supportare buona parte del futuro dell’energia.

Scritto da:

Andrea Ballocchi

Giornalista Leggi articoli Guarda il profilo Linkedin