Nello Strategic Foresight Report 2023, la Commissione Europea ha posto alcune indicazioni prioritarie che guardano prima di tutto a sostenibilità e il benessere dei cittadini

Nello Strategic Foresight Report 2023 emerge con chiarezza un messaggio importante: non ci può essere una transizione sostenibile, o più precisamente la transizione verso la sostenibilità, senza considerare le persone al centro delle scelte in materia economica, digitale, ambientale. L’Unione Europea ci crede fermamente e lo pone nero su bianco nella Relazione di previsione strategica 2023, pongono immediatamente all’attenzione il valore umano. Lo conferma il titolo scelto per lo Strategic Foresight Report 2023, pubblicato dalla Commissione UE: “Sostenibilità e benessere dei cittadini come fulcro dell’autonomia strategica aperta dell’Europa”.

L’idea di base è che, pur impegnata in una profonda transizione, che contempla la transizione verde e la transizione digitale, finalizzate al raggiungimento della neutralità climatica, l’Unione Europea deve pervenire a un modello economico nuovo, capace di riconoscere i legami tra le dimensioni ambientali, sociali ed economiche della sostenibilità.

Si può leggere una certa affinità con le finalità ESG perseguite dalle aziende. Tuttavia, nel caso dell’UE la portata è notevolmente più ampia, coinvolgendo in maniera diretta o meno quasi 750 milioni di abitanti.

Per riuscire a far sì che la transizione sostenibile sia incardinata sul benessere della persona e della società la relazione elenca dieci ambiti: si spazia dalla necessità di un nuovo contratto sociale europeo all’attenzione alle strategie di protezione civile, debitamente rafforzate per un’efficace azione preventiva e mirata alla resilienza climatica.

In ogni caso, ciò che intende porre in primo piano il report è il valore antropocentrico. Lo mette in chiaro fin dall’introduzione: perché tale trasformazione sostenibile possa essere realizzata, si legge,

“è essenziale riconoscere i legami tra le dimensioni ambientali, sociali ed economiche della sostenibilità. Ciò consentirà all’Europa di perseguire una strategia geopolitica lungimirante che sfrutti efficacemente i suoi principali punti di forza, ossia l’economia di mercato sociale, unica nel suo genere, e il fatto di costituire il maggiore blocco commerciale al mondo.”


Takeaway

Lo Strategic Foresight Report 2023 redatto dalla Commissione Europea è un documento di visione che serve a inquadrare criticità e priorità per affrontare il futuro in modo adeguato. Quello presentato quest’anno mette al centro sostenibilità e benessere dei cittadini.
Nel documento la finalità di una giusta transizione verso la sostenibilità tiene conto della necessità di un’equa transizione verde e digitale, che preveda i necessari investimenti, ma che tenga conto della necessità di colmare le disparità nella popolazione e nei singoli Stati.
La Commissione UE, oltre a presentare lo scenario in cui ci si sta muovendo, a livello geopolitico, economico, sociale e ambientale, indica dieci ambiti d’intervento affinché la transizione verso la sostenibilità ponga l’individuo al centro. 

Strategic Foresight Report 2023: la base per una discussione e visione UE a lungo termine

Lo Strategic Foresight Report 2023 è un documento che espone una visione a lungo termine, nel caso specifico quella dell’Unione Europea. Consiste in un’esplorazione del futuro per sostenere l’elaborazione adeguate politiche UE.

“Si tratta di utilizzare l’intelligenza collettiva in modo strutturato e sistematico per contribuire a sviluppare meglio possibili percorsi di transizione, preparare l’UE a resistere agli shock e modellare il futuro desiderato”.

Presentata lo scorso luglio, la relazione della Commissione UE servirà come strumento informativo per la discussione dei leader europei in occasione del Consiglio europeo informale di Granada, a ottobre 2023. Il mese successivo la stessa Commissione organizzerà, insieme al Parlamento europeo, la conferenza annuale sul sistema europeo di analisi strategica e politica (ESPAS). Sarà l’occasione per “testare e discutere le constatazioni di fondo della relazione 2024 sulle tendenze globali interistituzionali, elaborata congiuntamente dalle istituzioni dell’UE, e per riflettere sulla via da seguire. L’edizione di quest’anno coglie i risultati delle precedenti, dedicate ai temi della resilienza (2020), dell’autonomia di azione dell’UE (2021), e la combinazione della transizione verde e digitale.

Transizione sostenibile, verde e digitale: gli investimenti in campo e le priorità

L’unione Europea sulla transizione sostenibile ha piani ambiziosi e investimenti ingenti e passa dalla transizione digitale e green.

Per la transizione verde (che comprende la transizione energetica, ma anche un’importante trasformazione green sul piano industriale, edile e dei trasporti) si calcola che saranno necessari più di 620 miliardi di euro l’anno di investimenti per centrare gli obiettivi fissati da Green Deal e dal Repower EU. Inoltre, l’UE intende destinare 578 miliardi di euro, circa un terzo del proprio bilancio ad azioni per il clima nel periodo 2021-2027.

Per cercare di attuare la transizione digitale serviranno investimenti per 125 miliardi di euro l’anno.

Ma gli stanziamenti, per quanto cospicui, non saranno sufficienti senza le necessarie considerazioni di ordine economico (serve il coinvolgimento di capitali privati, oltre che pubblici), sociale, ambientale e geopolitico.

I fattori da considerare sono molteplici: la situazione in Ucraina, crisi sanitarie (la pandemia da Covid-19) le prospettive di una globalizzazione ancora tutta da riconfigurare, le incognite generate dalla crisi climatica sono considerate al pari delle questioni attinenti alla popolazione europea. Da qui alcune considerazioni che emergono nella relazione. Tra queste va ricordato che:

“L’attenzione prioritaria che è stata riservata ai fattori economici senza tenere debitamente conto della qualità della crescita e dell’occupazione ha incoraggiato pratiche di produzione e forme di consumo non sostenibili. Eppure le risorse ambientali, che non sono infinite, costituiscono le fondamenta stesse dell’attività economica: ad esempio il 72 % dei 4,2 milioni di imprese della zona euro è fortemente dipendente da almeno un servizio connesso alla natura”.

Anche la considerazione stessa del PIL, che resta il più importante indicatore dei risultati economici di un Paese, non può più essere considerato un parametro completo per misurare il progresso, “in quanto non riflette appieno le importanti sfide ambientali e sociali del nostro tempo”.

Tra necessità di investimenti ed equità sociale

Per attuare una transizione sostenibile serviranno investimenti, non solo economici, ma anche in formazione di competenze che devono andare di pari passo con l’evoluzione tecnologica e la necessità di contare su profili adeguati. A questo si dovrà operare affinché la transizione sia colta nei suoi vantaggi da tutti.

Lo Strategic Foresight Report 2023 non manca di sottolinearlo, ponendo come criticità le disparità economiche e sociali non solo nella popolazione ma anche nei vari Stati. Servirà anche un’equità intergenerazionale, di diritti sul lavoro, sulla possibilità di cure sanitarie, di poter vivere in contesti abitativi salubri. Ci si rende perfettamente conto che le disuguaglianze sono profondamente legate a un calo della fiducia nelle istituzioni nazionali e dell’UE e nella democrazia liberale in senso lato.

I dieci interventi prioritari indicati nello Strategic Foresight Report 2023

Poste le necessarie premesse, il documento illustra i principali settori e priorità di intervento. Ne individua dieci. La prima riguarda la necessità di definire un nuovo contratto sociale europeo adatto a un futuro sostenibile. Servono condizioni di vita e lavorative adatte a permettere a tutti di vivere degnamente, potendo anche contare su politiche di welfare adeguate.

Inoltre, occorre far leva sul mercato unico per promuovere un’economia net zero emission. In questo caso occorre mettere in luce ciò che è necessario per raggiungere questo obiettivo, dalle materie prime (materie critiche e terre rare, per esempio, ma non solo) agli strumenti, non dimenticando il giusto supporto alla ricerca e sviluppo delle tecnologie necessarie.

Come terza priorità di intervento, il report segnala l’esigenza di rafforzare le interconnessioni tra politica interna e politica esterna dell’UE, anche per promuovere l’offerta e la narrazione dell’UE sulla scena mondiale.

La Commissione Europea è anche consapevole che occorre sostenere i cambiamenti della produzione e del consumo verso la sostenibilità con riforme e investimenti finalizzati a decarbonizzare l’economia, per non impattare sulle biodiversità e per ridurre al minimo l’impronta ecologica dei consumi. Serve, a tal proposito, anche una maggiore consapevolezza nei cittadini, possibile attraverso un’azione di comunicazione e disseminazione culturale adeguata.

Il discorso economico non è mai marginale: per questo si segnala anche la necessità di progredire verso una “Europa degli investimenti”, aumentando i flussi finanziari privati a sostegno di investimenti strategici per le transizioni.

Una transizione sostenibile richiede anche di adeguare i bilanci pubblici ai fini della sostenibilità, come anche di focalizzare ulteriormente gli indicatori strategici ed economici sul benessere sostenibile e inclusivo.

Come occorre che tutti possano goderne, occorre far sì che tutti possano contribuire efficacemente alla transizione verso la sostenibilità.

Infine, serve rafforzare la democrazia, anche con un maggiore coinvolgimento attivo dei cittadini e ponendo l’equità generazionale al centro del processo decisionale, e Integrare la protezione civile con la “prevenzione civile”, rafforzando gli strumenti dell’UE in materia di preparazione e risposta.

Lo Strategic Foresight Report 2023 non manca di riportare, come degna chiosa una finalità sopra tutte:

“La transizione verso la sostenibilità si fonda su una triplice promessa: un pianeta sano e un ambiente prospero, una crescita economica dissociata dall’uso delle risorse e dal degrado ambientale; la garanzia che nessuna persona e nessun luogo saranno lasciati indietro.

Affinché l’Europa possa mantenere le promesse, è essenziale che la sostenibilità sia posta al centro dell’autonomia strategica aperta dell’UE.”

Scritto da:

Andrea Ballocchi

Giornalista Leggi articoli Guarda il profilo Linkedin