Digital Health: le nuove frontiere delle tecnologie emergenti per migliorare l’assistenza dei pazienti e rendere più efficace ed efficiente l’organizzazione operativa e gestionale delle strutture sanitarie, di cura, prevenzione e assistenza
Contenuto sponsorizzato
Il termine Digital Health (o Digital Healthcare) viene ormai comunemente utilizzato come sinonimo (e al posto di) eHealth e sta ad indicare, nella sua accezione in lingua italiana, la cosiddetta “sanità digitale”. Queste terminologie hanno iniziato a “prendere forma” con le varie trasformazioni digitali avvenute (e che stanno avvenendo) in moltissimi settori (basti pensare all’industria finanziaria o a quella media) e che stanno interessando, seppur sorprendentemente in ritardo, anche il mondo legato a Salute e Sanità.
Cos’è la Digital Health (una definizione)
Secondo la definizione della World Health Organization (WHO – in italiano, l’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS), la Digital Health (che potremmo tradurre, come accennato, in sanità digitale) fa riferimento a quell’area del mercato e dell’industria della Sanità che utilizza le tecnologie digitali dell’ICT a beneficio della salute umana.
Per dare una definizione un po’ più ampia e far capire cos’è la Digital Health, l’OMS si è poi spinta ad evidenziare alcuni punti importanti, focalizzando l’attenzione sulle tecnologie:
“Digital Health is a broad umbrella term encompassing eHealth as well as developing areas such as the use of advanced computing sciences (in the fields of “big data”, genomics and artificial intelligence, for example)”
In sostanza, con il termine Digital Health si abbracciano discipline differenti che, guardando nello specifico alle tecnologie, comprendono anche quelle delle scienze informatiche avanzate includendo tecnologie emergenti come l’analisi avanzata dei dati, la genomica e le biotecnologie, l’intelligenza artificiale e, aggiungiamo noi, robotica, IoT e nanotecnologie.
Digital Health e Connected Care, percorso in salita ma già avviato
Il settore sanitario è stato forse uno dei più lenti a “reagire” alla trasformazione digitale abilitata e supportata dalle nuove tecnologie ICT, ma la maturità tecnologica di alcune avanzate soluzioni e la loro disponibilità (semplificata attraverso modelli di adozione basati sul paradigma del cloud computing), rappresentano le leve di accelerazione di un percorso che, seppur lento, è ormai iniziato e tracciato.
Secondo i dati dell’ultimo report dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanitàdella School of Management del Politecnico di Milano, l’emergenza Covid-19 ha aumentato la consapevolezza sulle potenzialità delle tecnologie ICT applicate al settore Salute e Sanità (sia tra i cittadini sia tra i professionisti sanitari, gli operatori di settore e i manager delle strutture medico-sanitarie), soprattutto nei processi di prevenzione, cura e assistenza.
Sebbene un modello di Connected Care (inteso come un “sistema salute connesso e personalizzato”, grazie a un utilizzo maturo delle tecnologie digitali, alla valorizzazione dei dati e al potenziamento dei cittadini e dei professionisti) sia ancora lontano dal prendere forma, la situazione di emergenza sanitaria globale che abbiamo dovuto fronteggiare nel corso dell’ultimo anno e mezzo ha contribuito a “forzare” sperimentazioni e nuovi progetti nell’ambito della Telemedicina.
Per il 2020, il 45% dei CIO delle aziende sanitarie prese in esame dall’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano stima un aumento delle spese correnti e il 47% una crescita degli investimenti per la sanità digitale. Il boom di interesse per la Telemedicina durante il lockdown ha portato a un aumento delle sperimentazioni: il 37% delle strutture sanitarie sta sperimentando il Tele-monitoraggio (27% nel 2019) e il 35% la Tele-visita (15% nel 2019).
Non solo, il 78% delle Direzioni strategiche considera la Telemedicina un ambito molto rilevante e il 79% dei CIO stima un aumento del budget dedicato.
Migliorare l’accesso ai servizi sanitari
Ma ci sono altre tendenze in atto che fanno ben sperare nell’evoluzione della Digital Health. Sempre secondo l’Osservatorio italiano, l’accesso da remoto ai servizi sanitari è uno di quegli ambiti sui quali le imprese del settore (sia pubbliche sia private) investiranno maggiormente per dare seguito a quanto già avviato, seppur faticosamente, proprio durante la pandemia da Covid-19.
I servizi digitali più utilizzati dai cittadini prima dell’emergenza erano il ritiro dei documenti (29% di chi ha avuto accesso al servizio), le prenotazioni online di visite o esami (23%) e il pagamento delle prestazioni (15%). Ciò che deve far pensare i professionisti del settore e le organizzazioni che operano in campo sanitario, è che il 60% dei cittadini che ha utilizzato questi servizi sanitari intende accedervi in futuro sfruttando proprio le potenzialità delle tecnologie.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, inoltre, stima che entro il 2035 ci sarà un deficit globale di circa 12,9 milioni di professionisti sanitari qualificati, in tutto il mondo, con conseguenze e impatti negativi soprattutto nei paesi a basso reddito. La Digital Health potrebbe rappresentare un potente fattore abilitante per migliorare condizioni sanitarie e accesso ai servizi alla salute in queste comunità, così come in località remote lontane dalle città metropolitane o cittadine con poche strutture sanitarie. Telemedicina ed accesso da remoto ai servizi sanitari possono rappresentare un grande vantaggio consentendo di attivare rapporto e confronto tra medici e pazienti e far arrivare servizi dove sembra più complesso e difficoltoso che possano svilupparsi.
Esempi ed applicazioni di Digital Health
Oltre a Telemedicina ed accesso da remoto ai servizi sanitari (servizi sanitari digitali), la Digital Health è caratterizzata anche da altri ambiti applicativi di sviluppo, pensiamo per esempio all’area della diagnostica.
Oggi l’accesso ad avanzati sistemi di analisi dei dati, basati anche su tecniche di intelligenza artificiale (machine learning e computer vision, solo per citarne un paio), anche attraverso il cloud, consentono a ricercatori e medici di accelerare e migliorare le capacità di diagnosi, con risultati migliori – di conseguenza – sia sul piano della prevenzione sia dal punto di vista delle cure (più tempestive e più accurate).
Dal punto di vista della prevenzione, così come dalla prospettiva del monitoraggio delle cure e delle risposte dei pazienti, la cosiddetta Mobile Digital Health (detta anche mHealth) contempla applicazioni mobile e device IoT (per esempio dispositivi indossabili come braccialetti, smart watch, cerotti e tessuti “intelligenti”, ecc.) con l’obiettivo di facilitare diagnosi e cure da remoto. Applicazioni e sistemi IoT rendono più facile la raccolta di dati utili per il monitoraggio della salute, sia, come accennato, in chiave preventiva sia laddove si renda necessario controllare e gestire un percorso di cura, riabilitazione o assistenza.
L’aumento di dati disponibili e di avanzati sistemi di analisi, aprono poi le porte alla medicina personalizzata sia per quanto riguarda la ricerca (per esempio sulle molecole, le reazioni ed il loro comportamento, e lo sviluppo di nuovi farmaci) sia per quanto concerne le cure, “adattabili” al singolo paziente.
Infine, le tecnologie digitali rappresentano una leva di cambiamento importante anche dal punto di vista organizzativo e di gestione delle aziende e delle strutture medico-sanitarie. L’analisi dei dati, ancora una volta, è la chiave di volta per migliorare le prestazioni finanziarie delle imprese, per ridurre i costi ma anche, e soprattutto, per migliorare l’efficienza operativa, dalle attività di back-office (anche strategiche, come la pianificazione) fino a quelle legate ad una relazione diretta con i cittadini e pazienti (anche attraverso servizi di customer care basati su chatbot ed assistenti virtuali).
Health in your Hand, nuovi livelli di assistenza remota ai pazienti
Un significativo esempio di telemedicina e servizi di assistenza remota ai pazienti è “Health in your Hand”, soluzione che fa leva sulle piattaforme Cloud Microsoft Azure e Microsoft Teams, ideata congiuntamente da Proge-Software e Hope Care con l’obiettivo di migliorare l’assistenza dei pazienti riducendo sensibilmente i costi operativi di gestione.
La soluzione è strutturata in tre moduli, integrabili tra loro:
- App Mobile per l’Health & Wellness
Mediante il normale utilizzo di uno smartphone, i pazienti possono rilevare in autonomia i propri dati sanitari, sfruttando una interfaccia collegata con i dispositivi medici connessi oppure manualmente. L’applicazione integra diverse notifiche automatiche (push, SMS, e-mail) che consentono di gestire gli alert in real-time, per esempio monitorando e segnalando tempestivamente uno stato di salute in peggioramento. Tali alert servono anche per aprire possibili vie di comunicazione (come chat dirette oppure consultazioni video da remoto) con i medici e/o i professionisti sanitari.
- Piattaforma di Triage
Si tratta di una piattaforma che gli operatori sanitari utilizzano per definire, per esempio, le soglie cliniche di sicurezza, oppure per ricevere e monitorare gli alert relativi ai dati sanitari dei pazienti, quando si verificano eventi che richiedono, appunto, l’intervento dei professionisti. Le notifiche di allarme vengono veicolate ad un Centro di monitoraggio medico, oppure un call o contact center dedicato, ed indirizzate ai medici più idonei oppure che hanno in cura un paziente, con l’obiettivo di tenere sempre aggiornati tali professionisti sulle condizioni mediche dei propri pazienti ma anche di intervenire in modo tempestivo qualora ce ne fosse bisogno. La piattaforma consente anche di fare alcune analisi aggregate (usando i dati disponibili ma opportunamente anonimizzati nel pieno rispetto e tutela della privacy).
- Piattaforma clinica
In questo caso la piattaforma si presenta come una applicazione web, accessibile da desktop e dispositivi mobili (tablet e smartphone); anche in questo caso, si tratta di un sistema per la gestione delle notifiche/degli alert e delle informazioni relative ai pazienti in cura. L’applicazione, di fatto, comprende due moduli, uno pensato per gli operatori sanitari che devono fornire assistenza clinica di primo livello, un secondo modulo sviluppato per i medici che, solitamente, intervengono con servizi ed assistenza di secondo livello.
La soluzione è stata sviluppata sfruttando le potenzialità della piattaforma HCAlert di Hope Care e degli Health Managed Solution Services offerti da Proge-Software. In sostanza, HCAlert integra servizi professionali che vanno dal Change Management, alla cosiddetta Platform Enablement, passando per altri moduli integrabili quali Empowered Data e Managed Services. Tutte le infrastrutture e le applicazioni abilitanti (Cloud Microsoft Azure e Microsoft Teams) vengono integrate con i sistemi clinici ospedalieri ed è prevista anche la possibilità di avere dashboard personalizzate e realizzare analisi dei dati ad-hoc, con l’obiettivo di garantire tempi di intervento del personale medico più rapidi e migliori risultati clinici.
A dare una chiara visione delle potenzialità della soluzione Health in your Hand sono i risultati ottenibili, ben racchiusi in questi numeri:
- 55% riduzione di riammissioni in ospedale;
- 61% riduzione delle visite al pronto soccorso;
- 55% riduzione delle consultazioni del medico di famiglia;
- 85% riduzione degli episodi di emergenza;
- 45% riduzione del numero di giorni di ricovero.
Dal punto di vista qualitativo, con HCAlert gli operatori sanitari possono concentrarsi su una visione più chiara ed accurata del paziente (anche utilizzando protocolli medici personalizzati), fornendo consulenza medica personalizzata e servizi di assistenza ai pazienti senza toglierli dal comfort delle loro case.