In futuro l’intelligenza artificiale sarà sempre più pervasiva, dalle app alla robotica, e si fa strada la possibilità di vedere attuate tecniche AI che imitano la cognizione umana per eseguire un'ampia varietà di compiti e affrontare situazioni.

TAKEAWAY

  • Una delle tendenze verso cui la ricerca guarda con particolare interesse riguarda l’Artificial General Intelligence, insieme di tecniche AI che imitano la cognizione umana per eseguire compiti e affrontare situazioni.
  • Tuttavia, è l’AI nel suo complesso che conferma il suo ruolo pervasivo non solo nel software, ma anche nei prodotti.
  • Altro filone messo in luce a Reply XChange 2021 è il legame dell’AI con la robotica e con la possibilità di connessione che abiliterà una sempre maggiore intelligenza delle macchine.

Il futuro vedrà un legame sempre più saldo tra intelligenza artificiale e ricerca applicata. Intanto cominciano a delinearsi alcune tendenze chiave, una delle quali riguarda l’Artificial General Intelligence. Si tratta di un insieme di tecniche AI che imitano la cognizione umana per eseguire un’ampia varietà di compiti e affrontare situazioni.

In questa direzione di muovono colossi dell’IT e non solo, tra questi Elon Musk o Microsoft in progetti che intendono promuovere l’intelligenza artificiale “rinforzata” come testimonia, per esempio, l’organizzazione no profit OpenAI il cui scopo è “garantire che l’intelligenza artificiale generale benefici tutta l’umanità”.

Ma nel complesso, si guarda alle possibilità di applicare l’AI in maniera sempre più diffusa. Secondo Tractica, il mercato globale del software AI crescerà da 10,1 miliardi di dollari nel 2018 a 126 miliardi di dollari entro il 2025.

Fra 10 anni l’intelligenza artificiale sarà ovunque” prevede Tatiana Rizzante, amministratore delegato di Reply, parlando dei trend tecnologici in atto durante l’evento annuale XChange. “Solo nel settore digitale, non ci sarà alcun prodotto o soluzione che non conterrà almeno una parte di AI”.

Intelligenza artificiale e ricerca applicata: prima tendenza del futuro

L’Artificial General Intelligence prende piede e “tra 10 anni avremo un’intelligenza artificiale per ogni cosa, proprio come oggi abbiamo un’app mobile per tutto” ha delineato la CEO di Reply, società italiana specializzata nella progettazione e nella realizzazione di soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione e media digitali, definendo e sviluppando modelli di business abilitati dai nuovi paradigmi dell’AI, Cloud Computing, Digital Media e Internet of Things.

Mentre quindici anni fa si stava assistendo all’esplosione del fenomeno delle app, un mercato che continua ancora a raddoppiare ogni tre anni, oggi stiamo assistendo a una nuova evoluzione, ovvero all’aumento delle app di AI.

“Stiamo letteralmente automatizzando tutto e aggiungendo intelligenza a tutto. E facendo questo stiamo cambiando il modo con cui interagiamo con le informazioni” ha proseguito Rizzante, specificando che oggi con le app accediamo alle informazioni leggiamo e pubblichiamo dati in modo codificato.

Domani le stesse applicazioni saranno progettate per interagire senza problemi con tutte le entità intelligenti, utilizzando autonomamente i dati e la AI. In questo senso, quando si parla di intelligenza artificiale e ricerca applicata, ci sono due aree principali su cui focalizzarsi: una è il Natural Language Processing, che si lega alla comprensione del testo e del linguaggio da parte di una macchina, riuscendo a tradurle in azioni o in un programma.

È un ambito di grande interesse perché comprendere il linguaggio naturale significa avere per la macchina delle capacità di produrre codici.

L’altra area di interesse – per Reply e per altri attori del mondo IT – riguarda il campo di comprensione visuale del mondo da parte delle macchine, a partire dal riconoscimento immagini e video. La comunicazione è direttamente interessata.

Pensiamo che già oggi la scrittura di un testo è supportata da algoritmi e lo sarà ancora di più, ed è solo un esempio di interrelazione spiccata tra intelligenza umana e AI.

Anche le innovazioni riguardanti gli algoritmi, è un tema seguito con particolare attenzione. Ci sono moltissimi progetti che cercano di trovare modelli matematici per riuscire a creare valore in qualsiasi ambito” ha specificato sempre in occasione di XChange, Filippo Rizzante, CTO di Reply, che ha messo in luce proprio il ruolo della Artificial General Intelligence, ovvero la capacità di un agente intelligente di comprendere o imparare qualsiasi compito intellettuale di cui è capace un essere umano.

Artificial General Intelligence: la ricerca lavora a “umanizzare” l’AI

Intelligenza artificiale e ricerca applicata a parte, da tempo la ricerca scientifica lavora per progettare e sviluppare meccanismi e tecnologie in grado di replicare la visione, il linguaggio, il ragionamento, le capacità motorie e altre abilità associate alla vita intelligente.

In un recente documento presentato dagli scienziati del laboratorio britannico di AI DeepMind si sostiene che l’intelligenza e le sue capacità associate emergeranno non dalla formulazione e risoluzione di problemi complicati, ma attenendosi a un principio semplice ma potente: la massimizzazione della ricompensa.

Intitolato “Reward is Enough”, il documento trae ispirazione dallo studio dell’evoluzione dell’intelligenza naturale, oltre a trarre lezioni dai recenti risultati dell’intelligenza artificiale. Gli autori suggeriscono che la massimizzazione della ricompensa e l’esperienza trial-and-error sono sufficienti per sviluppare un comportamento che mostra il tipo di abilità associate all’intelligenza.

E da questo, concludono che l’apprendimento per rinforzo, un ramo dell’AI che si basa sulla massimizzazione della ricompensa, può portare allo sviluppo dell’Artificial General Intelligence.

Intelligenza artificiale e ricerca applicata: l’AI nella robotica, dalla swarm robotics allo spatial computing

L’Artificial General Intelligence diventa così un campo di studio di grande interesse tanto quanto il riconoscimento visuale e la predictive analytics abilitano un altro ambito di grande importanza, quando si parla di intelligenza artificiale e ricerca applicata: la robotica.

I robot si trasformano sempre più in piattaforme hardware e software al cui interno agiscono algoritmi che permettono alla macchina di interagire con lo spazio fisico. È un campo di grande interesse nel segmento industriale, ma anche in diversi altri.

In questo senso, si sta evidenziando una tendenza, messa in luce dallo stesso Rizzante che l’ha chiamata swarm robotics, identificando la prossima generazione di piattaforme Internet of Things.

“Dobbiamo arrivare alla modalità di connessione che possa permettere alle macchine di comunicare tra loro e con l’ambiente, pensando per esempio alle auto a guida autonoma. Questa sarà una possibilità sempre più praticabile grazie a edge computing e al 5G: far parlare gli oggetti tra di loro, prendere decisioni in modo autonomo, orchestrate mediante una piattaforma. Stanno già uscendo soluzioni in grado di mettere in pratica questa possibilità che sarà il futuro quanto meno dei prossimi 10-20 anni”.

Altro filone messo in luce a XChange 2021 è lo spatial computing, ovvero l’opportunità, resa possibile dalla disponibilità di dati, di progettare le macchine in funzione degli ambienti in cui saranno collocate; di disegnare il layout degli ambienti a loro volta in funzione delle macchine che dovranno ospitare e infine, di pensare a una organizzazione del lavoro, dei flussi e dei movimenti di tutti gli attori che compongono lo scenario produttivo a beneficio degli obiettivi di sicurezza, di efficienza e di ricerca di nuove soluzioni produttive per le imprese e per le organizzazioni.

La gestione dello spazio, in questo senso, è fondamentale nel rapporto tra sistemi di produzione e tra sistemi di produzione e persone. Nel definire con esattezza i punti dello spazio interessati dal movimento delle macchine.

Scritto da:

Andrea Ballocchi

Giornalista Leggi articoli Guarda il profilo Linkedin