Un’associazione non profit ha selezionato progetti da vari Paesi UE da centri di ricerca, startup, spinoff e aziende e li ha presentati al Parlamento Europeo per proporre un cambiamento virtuoso
100 progetti cleantech per la transizione ecologica sono letteralmente “sbarcati” al Parlamento UE. Merito di The Arc, associazione francese non profit nata da un’idea semplice: coinvolgere molteplici componenti della società in un approccio concreto alla green transition.
Sono “sbarcate”, proprio così: è stato il velista Francis Joyon (vincitore, tra l’altro della Route du Thum 2018, regata transatlantica in solitario) a bordo di un maxi trimarano a raccogliere simbolicamente le 100 innovazioni valutate da tremila imprenditori, esperti e associazioni durante una crociera da Saint-Nazaire ad Amsterdam e, dopo un viaggio partito lo scorso 18 marzo, le ha presentate ieri (mercoledì 7 giugno 2023) al Parlamento Europeo.
I cento progetti sono il risultato di una selezione di soluzioni giunte da 18 Paesi europei e incentrate su cinque temi principali: energia; industria; cibo e salute; vita urbana; mobilità. Tra le tante idee giunte, sono stati scelte le soluzioni più economicamente fattibili, sostenibili e replicabili.
Nell’elenco compaiono tecnologie high-tech per pale eoliche più performanti, robot sottomarini per la pesca sostenibile, tecniche di intelligenza artificiale per combattere lo spreco idrico. Sono solo alcune delle idee che si trovano nel ventaglio di proposte e che, se realizzate, potrebbero fornire un contributo importante per la sostenibilità ambientale in tema di transizione energetica, tutela ambientale, economia circolare, decarbonizzazione e migliore qualità di vita.
Takeaway
The Arc: un progetto nato dal mondo della vela
Le 100 soluzioni selezionate e presentate all’istituzione parlamentare UE testimoniano bene l’obiettivo prefissato da The Arch: dare visibilità a soluzioni concrete cleantech per la transizione ecologica del tessuto economico. un’associazione senza scopo di lucro, sostenuta da un quintetto di fondatori, tra cui spicca Damien Grimont. È un personaggio poliedrico: velista (vincitore tra l’altro della Mini Transat, regata in solitaria lungo l’oceano Atlantico con barche di soli 6,5 metri), ingegnere, inventore, dirige l’agenzia Profil Grand Large, specializzata nella creazione e nello sviluppo di eventi e progetti marittimi significativi.
Oltre a Grimont, nel team figurano una dozzina di altri personaggi dell’industria, della ricerca, della politica.
The Arc ha organizzato dalla sua fondazione eventi pubblici e di disseminazione culturale, volendo sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di operare cambiamenti efficaci in molti settori. Il cuore del progetto è la proposta dei 100 progetti, frutto di un’attenta selezione e provenienti da molti Paesi. L’invito a presentare soluzioni a favore della transizione ecologica è stato lanciato nel 2022 e attuato da Atlanpole Nantes e dalle due reti European Business and innovation center Network (EBN) e International Association of Science Parks and areas dell’innovazione (IASP). Il bando ha riguardato cinque temi: Energy, Health & Food, Habitat & City, Mobility, Energy e Industry & Digital.
Jean-François Balducchi, Delegato Generale di Atlanpole, ha spiegato il senso della selezione:
«Dovevamo spiegare il concetto di The Arch ai responsabili della rete. Volevamo progetti ben sviluppati, con un prototipo e un modello di business. Il progetto doveva rispettare un livello tangibile di innovazione, sia che fosse realizzato da un team con alle spalle un’azienda o un progetto imprenditoriale, sia che fosse ambizioso con un impatto sulla transizione ecologica fornendo soluzioni al riscaldamento globale, e dotato di una facilità di implementazione in un futuro non troppo lontano».
Le soluzioni cleantech per la transizione ecologica: Italia protagonista
Ma quali sono queste soluzioni cleantech per la transizione ecologica? Esse si rifanno a idee per la città, per cibo e salute, energia, industria e digitale, mobilità. Sui 100 selezionati, 31 riguardano l’energia, seguita da mobilità e industria (entrambi con 25). Seppure le idee provengono da più Paesi, due sono quelli protagonisti: la Francia, con 56 progetti, e l’Italia, con 27.
Tra le idee made in Italy più interessanti in ambito energetico si segnala Act Blade, una pala di turbina eolica ricoperta di tessuto high tech, frutto una tecnologia di progettazione aeroelastica all’avanguardia, sviluppata con successo per yacht da regata. Grazie al metodo di costruzione brevettato e all’utilizzo di speciali tessuti, Act Blade dichiara di essere 32% più leggera rispetto alle lame convenzionali, il che le consente di essere più lunga del 10% e di contribuire direttamente alla produzione del 9% in più di energia. Un altro vantaggio: la sua struttura modulare richiede installazioni più piccole e favorisce un processo di produzione snello con un basso consumo energetico.
Sempre a firma italiana è il sottomarino Gemstar, che funge da convertitore di corrente d’acqua che sfrutta le maree per produrre elettricità. È costituito da un corpo principale galleggiante che sostiene due idroturbine ed è ormeggiato al fondale tramite un cavo flessibile. A idearlo e metterlo a punto sono un team di ingegneri e ricercatori dell’Università di Napoli “Federico II” in collaborazione con una società privata specializzata in sistemi di energia rinnovabile. L’obiettivo, dopo gli opportuni test e il lancio commerciale, è raggiungere una produzione media di 900 MWh/anno, l’equivalente del consumo di 400 famiglie europee.
Una startup deeptech italiana ha realizzato Sinergy Flow, una batteria stazionaria, economica e performante che impiega materiali abbondanti, come zolfo e sottoprodotti dell’industria petrolchimica, per creare così una tecnologia pienamente rispettosa dei principi di economia circolare.
Robotica, AI e idee circolari per un domani più green
Sempre a proposito di economia circolare, tra le soluzioni cleantech per la transizione ecologica c’è BeFC, acronimo di fuel cell bioenzimatiche. Si tratta di una “biopila” in carta economica ed ecologica e performante, glucosio ed enzimi, che ne fanno un’alternativa biodegradabile e riciclabile alle pile a bottone, utilizzate in molti apparecchi elettronici.
Tra i progetti selezionati, è diffuso l’impiego di tecniche d’intelligenza artificiale. Degno di citazione è Aquawize, soluzione software basata sull’AI come strumento di supporto decisionale per analizzare e rilevare automaticamente le anomalie nelle prime fasi delle reti idriche. Consente un risparmio idrico notevole: si pala di centinaia di migliaia di metri cubi e notevoli risparmi di tempo ed energia per la produzione di acqua potabile. Rispetto agli altri, è già stata attuata. Infatti, Aquawize è in funzione in una zona cittadina di Nevers, in Francia, con risultati sensibili sia in termini di risparmio d’acqua potabile che di ore lavoro perse dai tecnici per individuare le falle.
Anche Beehold è un software di intelligenza artificiale che digitalizza l’attività degli alveari, raccogliendo informazioni precise sullo stato della colonia di api in tempo reale e fornendo suggerimenti per ottimizzarne le prestazioni.
L’AI è parte integrante di Seavis, robot sottomarino che intende consentire ai pescherecci di operare in modo più preciso e causare meno danni al fondale marino. È stato pensato per preservare la biodiversità sottomarina, ottimizzando al contempo le prestazioni economiche della pesca a strascico.
Ideato al dipartimento di ingegneria dell’Università di Aarhus, è stato sviluppato come parte di un progetto di ricerca sul clima artico studentesco, per mappare la biomassa sottomarina.
È un veicolo subacqueo che combina telecamere ottiche e algoritmi di intelligenza artificiale per produrre immagini del fondale molto dettagliate, così da identificare i molluschi che lo popolano.