TAKEAWAY

  • Le tecnologie per la sostenibilità ambientale (anche note come cleantech) hanno registrato un incremento sensibile nel 2022. I fattori caratterizzanti questa crescita sono molteplici e rispecchiano le scelte politiche in molti Paesi del mondo, più attente ai temi riguardanti energia e clima.
  • In termini di tessuto produttivo e di ricerca e sviluppo, sono numerose le aziende e le startup cleantech attive: se ne contano 21.800. Gli investimenti si registrano in crescita costante.
  • Nel futuro quali saranno le dinamiche più importanti in tema cleantech? A partire dagli effetti della Inflaction Reduction Act degli USA al ruolo dell’Europa, sarà bene guardare allo sviluppo di sistemi per la produzione energetica e per la decarbonizzazione.

Che ruolo avranno le tecnologie per la sostenibilità ambientale, nel 2023? Sono molti i fattori che fanno prevedere un impatto delle cleantech ancora più importante nell’anno che verrà.

Negli ultimi mesi del 2022 si è evidenziato un dinamismo crescente. Pensiamo ai giorni della COP 27, a novembre, in cui sono stati stipulati accordi dedicati allo sviluppo di tecnologie “pulite”. Ma la Conferenza ONU sui cambiamenti climatici non è stata certo l’unica spia della volontà di puntare sulle clean technology. Sulla produzione di energia, prima voce delle cleantech, l’anno che si è concluso sarà ricordato per la Inflaction Reduction Act, la legge degli Stati Uniti che ha pianificato 369 miliardi di dollari di incentivi per stimolare la diffusione di tecnologie per produrre energia da fonti rinnovabili come fotovoltaico ed eolico, ma punta anche sull’idrogeno verde, sulla tecnologia CCS (cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica), sulla realizzazione di carburanti alternativi e sostenibili. L’anno che verrà vedrà l’Unione Europea riaffermare la sua posizione egemone in termini di tecnologie “verdi”. Proprio due settimane fa ha dato l’annuncio della piattaforma Clean Tech Europe per favorire la transizione energetica, accelerando e stimolando la produzione di tecnologie pulite. L’iniziativa – che dovrà concretizzarsi nei prossimi mesi – si rivolge all’industria manifatturiera europea e alla filiera delle tecnologie energetiche low carbon.

USA e UE a parte, la spia del cambiamento virtuoso è diffusa: lo rileva un’analisi di BloombergNEF nella quale si mette in luce come la svolta verso le fonti rinnovabili sia perseguita da 87 Paesi nel mondo, che già oggi ricavano almeno il 5% della loro elettricità dall’eolico e dal solare. Questa percentuale «non è un punto di svolta universale», rileva la stessa analisi. «Alcune tecnologie si sviluppano prima, altre più tardi, ma l’idea di base è la stessa: una volta effettuati gli ingenti investimenti nella produzione e una volta che le preferenze dei consumatori iniziano a muoversi, la prima ondata di adozione crea le condizioni per andare molto più in là». Inoltre, più di 70 Paesi hanno fissato l’obiettivo di ridurre a zero l’inquinamento da gas serra, tra cui Cina, Stati Uniti ed Europa. “Questi tre maggiori inquinatori e gli altri che puntano all’azzeramento rappresentano insieme più del 75% delle emissioni globali”.

Accanto ai piani e ai buoni propositi dei vari Paesi, emerge la spinta delle aziende, startup e unicorni, che operano nel settore: le realtà cleantech sono numerose, attirando investimenti sempre più cospicui.

Tecnologie per la sostenibilità ambientale: quante aziende e startup sono attive

Quante sono oggi le società attive nello sviluppo di tecnologie per la sostenibilità ambientale? La società di analisi in ricerca e sviluppo GovGrant ha analizzato le aziende specializzate nello sviluppo tecnologico in un’ampia gamma di settori come la decarbonizzazione, le energie rinnovabili e le innovazioni in campo agricolo e che hanno ricevuto investimenti a partire dal 2000. Secondo quanto risulta, a livello globale si contano più di 21.800 aziende clean tech; 8.500 di queste hanno sede in Europa. Nel mondo sono stati investiti quasi 1420 miliardi di euro in queste aziende, erogati da oltre 24.600 investitori diversi.

GovGrant ha anche analizzato il peso specifico degli investimenti in tecnologie sostenibili rispetto al totale mondiale (circa 45.200 miliardidi euro): essi rappresentano poco più del 3% del totale. Una nicchia, certo, ma molto attrattiva: «sebbene il capitale investito rimanga relativamente basso, il numero di investitori è più elevato: 8,33% a livello mondiale. Quindi un numero maggiore di investitori si rivolge a questo mercato», evidenzia l’analisi.

Quali sono gli ambiti in cui sono maggiormente attive le imprese cleantech? Come rileva la stessa GovGrant la produzione di energia attrae il livello più alto di investimenti.

Tra le realtà attive nel settore, sono numerose le startup, alcune delle quali hanno assunto il rilievo di unicorno, ovvero sono riuscite a ottenere una valutazione sul mercato pari o superiore a un miliardo di dollari. Nel mondo si contano più di 1200 unicorni, secondo l’elenco compilato lo scorso ottobre da CB Insights. Se si incrociano i nomi di queste aziende con quelli riconosciuti dalla piattaforma di intelligence Holon IQ come Global Climate Tech Unicorns, si ottiene la cifra: ci sono 47 unicorni cleantech in tutto il mondo che hanno raccolto collettivamente oltre 46 miliardi di dollari di finanziamenti totali nell’ultimo decennio e ora sono valutati complessivamente 109 miliardi di dollari.

Se oggi sono pochi, le previsioni sono di una decisa crescita. Basta ricordare le parole di Larry Fink, Ceo di BlackRock, la più grande società di investimenti nel mondo, nella sua lettera annuale ai clienti e azionisti: «i prossimi mille unicorni non saranno motori di ricerca o società di social media, ma innovatori sostenibili e scalabili – startup che aiuteranno il mondo a decarbonizzarsi e a rendere la transizione energetica accessibile a tutti i consumatori».

Cleantech: il ruolo e il dinamismo nell’R&D dell’Europa

L’Europa è un continente particolarmente vocato allo sviluppo di tecnologie per la sostenibilità ambientale. Lo evidenzia anche l’analisi condotta dal fondo di venture capital Atomico, secondo cui gli unicorni attivi nel settore climate technology ha ricevuto il maggior numero di finanziamenti in Europa, raccogliendo il 24% del denaro investito.

Il continente europeo si distingue per l’interesse crescente in ambito tecnologico green: nel 2022 le aziende “planet positive” hanno guadagnato un’ulteriore quota del più ampio mercato tecnologico, conquistando il 19% del totale dei finanziamenti europei, rispetto al 15% dello scorso anno. A oggi, si tratta di 10,3 miliardi di dollari investiti in aziende tecnologiche con tematiche Planet Positive.

Il Climate tech, il sottoinsieme più piccolo che si occupa specificamente per l’obiettivo 13, “Azione per il clima”, si attesta a 6,9 miliardi di dollari nell’ultimo anno.

A proposito di capitale investito in aziende tecnologiche europee orientate al goal climatico (l’obiettivo di sviluppo sostenibile più attraente finanziariamente parlando), nel confronto tra il triennio 2017-2019 e 2020-2022, quest’ultimo evidenzia un incremento decisamente elevato: se nel primo triennio gli investimenti assommano a 5,2 miliardi di dollari, in quello successivo sono pressoché quadruplicati, raggiungendo i 20,4 miliardi di dollari.

Anche a livello di ricerca e innovazione, l’Europa si dimostra particolarmente avanzata nel settore delle tecnologie pulite. L’UE ha un programma di investimenti cospicui: lo scorso luglio l’Unione Europea ha programmato oltre 1,8 miliardi di euro in 17 progetti innovativi su larga scala nel campo delle clean technology, attraverso l’Innovation Fund. A novembre la Commissione Europea ha annunciato 3 miliardi di euro in progetti dedicati per realizzare REPowerEU e accelerare l’indipendenza energetica dell’Europa dai combustibili fossili russi.

A dicembre si registra un nuovo stanziamento, pari a 62 milioni di euro per altri 17 progetti su piccola scala, che spaziano dalla produzione sostenibile del vetro all’idrogeno verde.

Questo clima favorevole in Europa sospinge le tecnologie per la sostenibilità ambientale e per la transizione energetica anche in termini di brevetti e di green trademark, come confermava il report dello European Patent Office, evidenziando un benefico influsso per l’economia e per l’occupazione.

Tendenze per l’anno che verrà…

Se il 2022 da poco concluso ha registrato un dinamismo crescente in tema di sviluppo di aziende, startup, ricerche relative alle tecnologie per la sostenibilità ambientale, il 2023 potrebbe essere un anno ancora più significativo.

I segnali non mancano. Prendiamo ancora come riferimento l’Inflation Reduction Act, considerata “la più grande vittoria politica sul clima”, secondo Andrew Winston, uno dei maggiori esperti mondiali di strategia aziendale sostenibile, in un articolo pubblicato dall’Harvard Business Review. La legge stanzia centinaia di miliardi di spesa per le priorità climatiche, con crediti d’imposta per l’energia pulita, incentivi per i veicoli elettrici e finanziamenti per la produzione di tecnologia pulita. Non dimentichiamoci che gli Stati Uniti intendono incrementare sensibilmente i propri risultati in termini di sostenibilità ambientale, riducendo le proprie emissioni del 40% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 2005). L’elevato livello di investimenti dell’IRA fornirà una scossa salutare al settore industriale, accelererà la decarbonizzazione e, come ha dichiarato il New York Times, “influenzerà ogni aspetto della produzione energetica degli Stati Uniti”.

A ciò si aggiunge la legge di spesa governativa bipartisan da 1.700 miliardi di dollari approvata in queste settimane dalla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Essa prevede un aumento “storico” dei finanziamenti per l’energia pulita e altri programmi legati al clima, evidenzia Standard & Poors. Il disegno di legge stanzia, infatti, 46,5 miliardi di dollari per il Department of Energy per il 2023, con un aumento del 4% rispetto all’anno fiscale precedente. Il DOE per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili riceverà un importo record di 3,46 miliardi di dollari, con un aumento di circa il 6% rispetto al 2022, per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per veicoli a emissioni zero, l’integrazione delle reti di energia rinnovabile e la produzione di idrogeno verde.

… e tecnologie per la sostenibilità ambientale cui guardare nel 2023

Per quanto riguarda le tendenze dominanti nello sviluppo delle tecnologie per la sostenibilità ambientale, il comparto riguardante tecnologie e sistemi per la produzione energetica “pulita” sarà sempre più forte. Secondo Technavio, le dimensioni del mercato globale delle clean energy tech dovrebbero registrare una crescita quantificabile in quasi 95 miliardi di dollari dal 2022 al 2027, con un tasso di crescita CAGR del 5,94%.

Una seconda tendenza è legata alla mobilità elettrica. Il limite fissato dall’Unione Europea per le vendite di auto inquinanti favorirà lo sviluppo delle auto elettriche. Ci sono da sciogliere vari nodi, tra cui le difficoltà di reperimento di alcuni materiali, ma tutto questo favorirà la ricerca e lo sviluppo di nuove componenti dedicate all’emobility.

Si dovrà poi fare attenzione a tutto quello che riguarda la conservazione e l’efficienza energetica. Le batterie di accumulo vedranno un ulteriore passo in avanti, così come si auspica un maggiore contributo in termini di soluzioni per efficientare l’energia negli edifici e renderli sostenibili. Altrettanto forte sarà la crescita delle soluzioni per la decarbonizzazione di vari settori, tra cui quello industriale e in particolare i comparti più energivori.

Scritto da:

Andrea Ballocchi

Giornalista Leggi articoli Guarda il profilo Linkedin