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e-Health (spesso scritto anche eHealth) non è un termine nuovo, risale al 1999 e sta ad indicare la cosiddetta sanità digitale, più precisamente l’impiego delle tecnologie ICT nel settore medico-sanitario, a supporto dei sistemi sanitari e della disciplina pratica di Salute e Sanità.

In questa ampia definizione ricadono dunque moltissime aree tecnologiche che vanno dalla cartella clinica elettronica alla telemedicina, dal telesoccorso alla cosiddetta m-Health (la sanità digitale via dispositivi mobili, o salute mobile), fino alla robotica e nanorobotica, alle nanotecnologie, alla realtà virtuale e realtà aumentata, alla diagnostica avanzata attraverso l’utilizzo di soluzioni basate su tecniche di intelligenza artificiale.

Ciò che balza subito all’occhio con questo lungo elenco di tecnologie applicabili (per altro non affatto esaustivo ma solo esemplificativo) è che le tecnologie digitali stanno diventando una risorsa importante sia per l’erogazione di servizi sanitari sia, più in generale, per una più efficace ed efficiente gestione della sanità pubblica e privata e dei servizi alla salute.

Cos’è l’e-Health e cosa significa

L’ampia definizione si presta ad una moltitudine di significati, c’è chi ne attribuisce un senso molto stretto (la pratica dell’healthcare attraverso l’uso delle tecnologie digitali) e chi invece ritiene che il termine possa essere considerato un sinonimo di healthcare informatics (ossia l’informatica biomedica, la branca della scienza e dell’ingegneria che applica i campi dell’informatica alla medicina).

In Italia, il significato dominante è il primo, ossia si associa l’eHealth al concetto di sanità digitale, più precisamente lo si utilizza per evidenziare le strategie, i percorsi, i risultati in termini di prodotti e servizi ed i benefici raggiungibili, dei percorsi di trasformazione digitale delle aziende (pubbliche e private), degli enti e delle organizzazioni che operano nel settore della Sanità e della Salute.

Da una prospettiva puramente tecnologica, in ambito ICT, il termine e-Health sta ad indicare, più nello specifico, anche l’automazione e la gestione dei processi che ruotano attorno al dato sanitario (fonti dei dati, distribuzione e accesso, reperimento e trasmissione, utilizzo, archiviazione, protezione e privacy…). In quest’ottica, l’e-Health tiene conto non solo dei dati dal punto di vista clinico ma anche dal punto di vista amministrativo.

Insomma, il termine è tutt’altro che semplice da definire ed i significati che gli vengono attribuiti sono molteplici, spesso anche al centro di controversie tra istituzioni ed osservatori internazionali. In Tech4Future utilizziamo il termine nella sua accezione più ampia di “innovazione digitale nella Sanità”, focalizzando l’attenzione sul ruolo delle tecnologie digitali a supporto dell’innovazione nel sistema sanitario e dei percorsi di trasformazione digitale delle aziende che operano nell’ambito della Sanità.

Va in quest’ottica anche la visione della Commissione Europea sull’e-Health che evidenzia: “la salute e l’assistenza digitale si riferiscono a strumenti e servizi che utilizzano le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) per migliorare la prevenzione, la diagnosi, il trattamento, il monitoraggio e la gestione dei problemi relativi alla salute e per monitorare e gestire le abitudini di vita che hanno un impatto sulla salute. La sanità e l’assistenza digitale sono innovative e possono migliorare l’accesso alle cure e la qualità di tali cure, nonché aumentare l’efficienza complessiva del settore sanitario”.

e-Health in Europa: i pilastri della trasformazione della sanità e dell’assistenza digitali

La comunicazione della Commissione sulla trasformazione della sanità e dell’assistenza digitali mira a migliorare la digitalizzazione dei settori della sanità e dell’assistenza ed individua tre pilastri attorno ai quali si baseranno le attività (che possono essere presi dalle istituzioni nazionali ma anche dalle singole aziende, pubbliche e private, come guida per definire le direttrici sulle quali innescare i proprio percorsi di trasformazione digitale):

1. Accesso e condivisione sicuri dei dati

Per facilitare un maggiore accesso all’assistenza sanitaria transfrontaliera, la Commissione sta costruendo l’infrastruttura dei servizi digitali per l’e-Health con l’obiettivo di consentire lo scambio di prescrizioni elettroniche e sintesi dei pazienti tra i fornitori di assistenza sanitaria che operano in tutto il territorio dell’Unione Europea (UE). I primi scambi transfrontalieri sono iniziati nel 2019, con l’obiettivo di includere tutti gli altri paesi dell’UE entro il 2025. A più lungo termine, la Commissione sta lavorando per stabilire un formato europeo per lo scambio di cartelle cliniche elettroniche accessibile a tutti i cittadini dell’UE.

2. Collegamento e condivisione dei dati sanitari per la ricerca, diagnosi più rapide e miglioramento della salute

Il secondo pilastro intende sfruttare l’enorme potenziale dei dati sanitari per sostenere la ricerca medica con l’obiettivo di migliorare la prevenzione, la diagnosi, le cure, i farmaci e i dispositivi medici.

3. Rafforzare l’empowerment dei cittadini e l’assistenza individuale attraverso i servizi digitali

I servizi digitali possono responsabilizzare i cittadini, rendendo loro più facile assumere un ruolo maggiore nella gestione della propria salute, dal seguire le linee guida di prevenzione e essere motivati ​​a condurre stili di vita più sani, fino alla gestione delle malattie croniche e fornire feedback agli operatori sanitari. I sistemi sanitari beneficeranno anche di modelli di assistenza innovativi che utilizzano la telemedicina e la m-Health per rispondere alla crescente domanda di assistenza sanitaria, contribuendo a spostarsi progressivamente verso sistemi di assistenza integrati e personalizzati.

La situazione in Italia

Ad offrire una fotografia dell’attuale evoluzione del settore sanitario in ottica e-Health in Italia sono i risultati della ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano. La prima importante evidenza è che il processo di digitalizzazione del sistema sanitario italiano è ancora frammentato e disomogeneo.

Sviluppare un e-Health nazionale, più precisamente un SSN – Servizio Sanitario Nazionale digitale e connesso, non può prescindere da un’adeguata gestione e valorizzazione dei dati in sanità, ma l’asset principale per la raccolta dei dati sui pazienti, vale a dire il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), è ancora poco sfruttato: solo il 38% della popolazione ne ha sentito parlare e solo il 12% è consapevole di averlo utilizzato.

I fascicoli, si legge nel report della ricerca 2020-2021 dell’Osservatorio, seppur attivati per quasi tutta la popolazione italiana, sono spesso incompleti, privi delle informazioni e dei documenti più utili a medici e pazienti. Unica consolazione, i dati mostrano qualche spiraglio positivo quando ad utilizzare l’FSE sono pazienti cronici o con gravi problemi di salute: i pazienti conoscono l’FSE nel 73% dei casi e lo utilizzano nel 37%.

Tra chi conosce ed utilizza il Fascicolo Sanitario Elettronico, i servizi più utilizzati sono l’accesso ai referti online (dal 52% dei cittadini e dall’88% dei pazienti cronici) e alle ricette elettroniche (44% e 88%).

Ed è da qui che si possono iniziare a cogliere opportunità di innovazione e trasformazione digitale, sfruttando per esempio i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Le opportunità da cogliere grazie al PNRR

Il PNRR rappresenta una grande opportunità non solo per le risorse messe in campo – 7 miliardi per lo sviluppo di reti di prossimità, strutture e Telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, e 8,63 miliardi per l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del SSN – ma perché traccia gli obiettivi da perseguire per costruire la Sanità del futuro, dallo sviluppo di cultura e competenze digitali nei medici e nei cittadini a una migliore governance delle iniziative digitali e a una più diffusa collaborazione fra i vari attori del sistema sanitario.

Nello specifico, le due direttrici del nuovo Piano Sanitario, in ottica di e-Health o sanità digitale, sono:

  1. Riforma delle reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale e della rete nazionale della salute, ambiente e clima (ove sono previsti 7 miliardi di investimenti): in quest’area rientrano gli interventi necessari per il rafforzamento, il miglioramento e l’estensione dell’assistenza domiciliare, anche e soprattutto grazie allo sviluppo della telemedicina e ad una più efficace integrazione digitale di tutti i servizi sociosanitari.
  • Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale – SSN (ove sono previsti 8,63 miliardi di investimenti): in questo caso si tratta di aree di intervento che riguarderanno tutto ciò che avrà a che fare con l’evoluzione, il rinnovamento e la trasformazione delle strutture tecnologiche e digitali esistenti, il completamento e la capillare diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico, le tecnologie a supporto di una più efficace erogazione e monitoraggio dei servizi essenziali di assistenza, nonché gli interventi a favore della ricerca scientifica (in particolare per il miglioramento di diagnostica e prevenzione) e per il miglioramento delle competenze e del capitale umano del SSN, soprattutto sulle competenze digitali.

Servizi sanitari digitali e telemedicina, i primi passi da cui trarre ispirazione

Sempre secondo i dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, la pandemia da Covid-19 ha accelerato alcuni importanti aspetti della cosiddetta sanità connessa. Per esempio, è aumentato significativamente l’utilizzo dei canali digitali per ricercare informazioni in ambito sanitario: l’88% dei pazienti si informa sulla propria patologia online – dicono i dati dell’Osservatorio – e il 73% e dei cittadini ricorre al Web per avere informazioni sulla prevenzione e gli stili di vita.

Interessante anche la crescita nell’utilizzo dei servizi sanitari digitali:

  • il ritiro online dei documenti clinici (37%, contro il 29% pre-pandemia),
  • la prenotazione online di visite ed esami (26%),
  • il pagamento online (17%).

Con l’emergenza è cresciuto rapidamente l’impiego di piattaforme di collaborazione da parte dei medici di medicina generale (54% contro il 12% pre-pandemia), dei medici specialisti (70% contro il 30% in precedenza) e dei pazienti (30% contro l’11%).

L’accelerazione imposta dalla pandemia e dall’evoluzione normativa ha aumentato anche l’impiego di applicazioni di telemedicina. Se prima dell’emergenza il livello di utilizzo superava di poco il 10%, durante l’emergenza è triplicato, superando il 30% per molte applicazioni (sempre secondo i dati dell’Osservatorio).

Telemedicina, uno degli ambiti dell'e-Health sui quali si stanno concentrando gli sforzi di investimento delle aziende, insieme ai servizi sanitari digitali
Telemedicina, uno degli ambiti dell’e-Health sui quali si stanno concentrando gli sforzi di investimento delle aziende, insieme ai servizi sanitari digitali

Il servizio di telemedicina più utilizzato è il tele-consulto con medici specialisti (lo usa il 47% degli specialisti e il 39% dei medici di medicina generale), seguito da  tele-visita (39% degli specialisti e dei medici di medicina generale) e il tele-monitoraggio (28% specialisti e 43% medici di medicina generale).

Secondo i medici specialisti, la telemedicina permetterebbe di organizzare da remoto circa il 20% delle visite di controllo ai pazienti cronici (nel 2019, solo il 3% delle visite effettuate da medici specialisti a pazienti cronici si è svolto digitalmente). Considerando le stime dei medici specialisti sulle visite remotizzabili (20%) e i soli pazienti con patologie croniche (24 milioni in Italia), l’Osservatorio ha stimato che grazie al potenziamento dei servizi di Telemedicina sarebbe possibile risparmiare 48 milioni di ore ad oggi sprecate in spostamenti evitabili, che sale a quota 66 milioni di ore se si considera che il 35% dei pazienti viene accompagnato dal medico da un caregiver.

e-Health: le testimonianze delle aziende all’HPE Discover 2021

Alcuni esempi concreti di e-Health e servizi sanitari digitali abilitati dalle tecnologie saranno raccontati, direttamente attraverso le testimonianze delle aziende, durante HPE Discover 2021, in programma per il pubblico EMEA dal 23 al 25 giugno. Il 23 giugno si parte con una “special edition” dell’HPE Italy Summit.

Tutte le informazioni, i dettagli di agenda e speaker, le modalità di iscrizione le trovate a questo indirizzo: http://bit.ly/HPEDiscover_2021  

HPE Discover 2021 - ITALIA

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