Il mercato IoT è in ascesa, non solo nei valori numerici, ma anche nelle applicazioni, supportato dalla tecnologia 5G e da una videosorveglianza di rete evoluta e reso più potente dall’intelligenza artificiale. Ma presenta un punto debole.
TAKEAWAY
- Quello dell’Internet of Things è un comparto in crescita, complici il progressivo calo dei prezzi dei sensori IoT e l’emergenza pandemica, che ha portato un sensibile aumento dell’adozione di tecnologie atte al lavoro da remoto.
- Lo scenario che ci attende sarà caratterizzato da nuove tipologie di sensori IoT e, parallelamente, dalla crescita dei casi d’uso, in particolare in settori inediti per l’Internet of Things.
- Ma a trarre maggior vantaggio da tali dinamiche saranno quelle realtà che sapranno mettere in atto un’efficiente gestione degli eventi critici ai danni delle infrastrutture di rete e una puntuale strategia di cyber-security.
Che volto avrà l’IoT del futuro? Quali saranno i suoi indirizzi? Iniziamo con l’inquadrare qualche dato numerico: il comparto – secondo alcune stime – nel 2023 raggiungerà un valore globale pari a 34,4 miliardi di dollari [secondo le stime di McKinsey il valore economico generato dall’IoT oscillerà addirittura tra i 5,5 trilioni di dollari e i 12,6 trilioni di dollari entro il 2030 – ndr]. Tra le ragioni di questa ascesa, gli analisti indicano, in primo luogo, il progressivo calo dei prezzi dei sensori IoT – che, rispetto al passato, li destinerà a un numero ancora più ampio di applicazioni – e, in seconda battuta, l’emergenza pandemica che, accelerando in tutto il mondo il processo di trasformazione digitale, ha portato un significativo aumento dell’adozione di tecnologie atte al lavoro da remoto.
Lo scenario che si prospetta sarà, dunque, caratterizzato da un elevato numero di nuove tipologie di sensori IoT sul mercato e, parallelamente, dalla crescita dei casi d’uso, in particolare in settori inediti per l’Internet of Things.
Tuttavia, a trarre maggior vantaggio da tali dinamiche saranno quelle realtà che sapranno mettere in campo un’efficiente gestione degli eventi critici ai danni delle infrastrutture di rete e una puntuale strategia di cyber-security, entrambe finalizzate a garantire che i dispositivi e le reti rimangano sempre operativi e sicuri.
Ma iniziano col dare uno sguardo ad alcuni ambiti che, da qui ai prossimi anni, saranno potenziati dalla tecnologia IoT.
L’IoT del futuro potenzierà le smart city e si avvarrà di tecniche di intelligenza artificiale
L’Internet fo Things del futuro spingerà ulteriormente sulle città intelligenti, andando a potenziare – ad esempio – le applicazioni di controllo del traffico, di monitoraggio ambientale e della pubblica sicurezza, ma anche introducendo sensori IoT per il rilevamento incendi, il tracciamento degli animali, il monitoraggio delle acque dei fiumi cittadini o per la diagnostica dei guasti di apparecchiature e dispositivi installati.
Tutto questo, però, a patto che le amministrazioni lavorino a infrastrutture di rete efficienti e sicure, sulle quali possano viaggiare tutti i flussi di dati prodotti, sia dai sensori IoT che dagli altri apparati presenti (comprese le telecamere di videosorveglianza) nei diversi ambienti urbani.
Quello dell’Internet of Things è un mercato in ascesa, che punta a una sensoristica innovativa e intelligente, dalle capacità di rilevamento avanzate, che in futuro – si prevede – andrà a sostituire tutti i sensori di base.
In particolare, tra le tendenze che segneranno l’IoT del futuro, oltre a sensori alimentati da energia solare – eliminando così la necessità di ricorrere alle batterie agli ioni di litio oggi presenti nella maggior parte delle apparecchiature di Internet of Things – anche modelli dalle dimensioni sempre più ridotte e con tecniche di intelligenza artificiali a bordo [per approfondimenti sull’AI, consigliamo la lettura della nostra guida all’intelligenza artificiale che spiega cos’è, a cosa serve e quali sono gli esempi applicativi – ndr].
Riguardo a quest’ultimo punto, basti pensare allo scenario della fabbrica, in cui algoritmi AI integrati all’interno di soluzioni IoT sono in grado, ad esempio, di modificare, in un dato momento, la linea di produzione sulla base di precisi dati rilevati dai sensori presenti su alcuni pezzi in lavorazione.
O pensiamo al più semplice ambito domestico, in cui sensori IoT intelligenti decidono autonomamente – appresi stile di vita, orari e abitudini degli utenti – il momento esatto di cui azionare determinate apparecchiature all’interno dell’abitazione, dai climatizzatori agli impianti di illuminazione.
5G e videosorveglianza IP supportano la crescita dell’IoT
Il progressivo ampliarsi dei servizi resi disponibili dalle soluzioni Internet of Things, il loro divenire sempre più evoluti e complessi, con flussi intensi e continui di dati, si traduce nel bisogno di una connessione che non sia solo stabile, ma allo stesso tempo sempre più veloce e affidabile, capace di supportare tutte le funzioni IoT in ogni contesto.
In risposta a tale bisogno, l’IoT del futuro vedrà scendere in campo la tecnologia 5G, soprattutto nell’ambito di quelle applicazioni in cui – ad esempio – ai sensori viene chiesto di controllare macchinari particolarmente complessi, monitorare la sicurezza di ambienti a rischio o segnalare guasti ed emergenze, nella supply chain o – sfruttando la maggiore copertura offerta dal 5G anche nelle zone più remote – nell’agricoltura 4.0.
In particolare, il settore delle auto a guida autonoma (e, al contempo, anche i veicoli connessi attualmente già in circolazione) sarà tra quelli che, in futuro, beneficerà di questo movimento più rapido dei dati, arrivando ad analizzare, contemporaneamente, i propri dati e a collegarsi ad altri apparati IoT presenti su altri veicoli.
Un altro trend dell’IoT del futuro è correlato alla videosorveglianza di rete, la cui evoluzione, nel corso degli ultimi cinque anni, ha portato a telecamere dalle capacità e funzionalità sempre più vicine a quelle dei sensori intelligenti e sempre più in grado di comunicare con altri dispositivi IoT.
E tale tendenza, nei prossimi anni, è destinata a dilatarsi, grazie anche al diffondersi di standard di comunicazione sviluppati ad hoc, il cui obiettivo è fare comunicare tra loro, in modo autonomo, un elevato numero di sensori, comprese le telecamere IP.
Le smart city – ad esempio, con applicazioni che vanno dalla gestione del traffico al monitoraggio dell’inquinamento atmosferico e acustico – rappresentano uno degli ambiti in cui, in futuro, lo scambio di dati tra telecamere di videosorveglianza intelligenti e sensori IoT esplicherà tutto il suo valore.
L’IoT del futuro e i rischi per la sicurezza
L’incremento, a livello globale, dei dispositivi Internet of Things è legato a un aumento dei rischi per la sicurezza dei dati e la privacy? Parrebbe proprio di sì.
Innanzitutto, l’IoT del futuro reca con sé attacchi DDoS (Distributed Denial of Service, ossia malfunzionamenti ai danni di servizi client in seguito ad attacchi in cui vengono messe fuori uso le risorse del sistema) dalle forme ancora più pericolose. Per quale motivo?
Ricordiamo che risale al 2016 l’introduzione del primo malware ai danni di dispositivi IoT, capace di attaccare tutti gli apparati connessi sfruttando password e nomi utente predefiniti e agevolando, in questo modo, proprio gli attacchi DDoS.
Uno schema in cui i dispositivi IoT diventano “armi”, essi stessi strumenti di attacco: ne è un esempio quel Paese che arriva a manomettere l’impianto di riscaldamento di un’intera nazione nemica nella stagione fredda.
Si pensi, poi, ai sensori IoT deputati al controllo dei siti di produzione, collegati alle reti informatiche: ecco che, in caso di attacco, uno di tali apparati può trasformarsi esso stesso in veicolo per avere accesso alla rete.
D’altro canto, le stesse soluzioni evolute per l’automatizzazione di alcune attività – tra cui l’acquisizione di dati all’interno delle linee di produzione o il controllo di particolari forniture di alimenti – hanno contribuito a mettere a rischio la sicurezza dei sistemi IoT.
E c’è anche da tenere da conto il fatto che le attuali misure di sicurezza informatica, per quegli apparati IoT economici e semplici ai quali si ricorre per alcune tipologie di applicazioni, risultano poco praticabili perché troppo rigide e complesse.
Al di là dei concreti strumenti di difesa utilizzati, occorre, invece, mettere a punto strategie di sicurezza che tengano conto delle specificità e delle funzionalità delle diverse apparecchiature IoT e che siano in grado di operare su queste in modo esteso.