Catherine Sheehy*, Global Lead of Sustainability Partnerships, Retail and Consumer Products di UL, riflette sul legame sempre più stretto tra sostenibilità e requisiti di certificazione nel comparto dei prodotti di elettronica di consumo.

Per rimanere competitivi nel mercato globale odierno, tutte le aziende devono rispondere alle richieste di dati ambientali, sociali e di governance da parte di investitori, stakeholder, regolatori, rivenditori e consumatori. In un mercato in continua evoluzione e caratterizzato da una consapevolezza crescente nei confronti della sostenibilitàè necessario coniugare i singoli sforzi di CSR (Corporate Social Responsibility, responsabilità sociale d’impresa) e le iniziative di sostenibilità con una maggiore trasparenza, a dimostrazione di come le aziende stanno agendo per ridurre il cambiamento climatico, creare prodotti più circolari e con un impatto positivo sulle catene di fornitura globali, oltre che sulla società stessa. Oggi, fare appello ai requisiti di sostenibilità non è più solo una questione etica, ma anche un imperativo commerciale. L’attenzione sempre maggiore al tema della sostenibilità ha, infatti, cambiato i requisiti di certificazione nel comparto dei prodotti di elettronica di consumo. Sempre più studi e ricerche dimostrano come tutte le entità coinvolte nel processo di produzione attribuiscano maggiore importanza alla sostenibilità e a prodotti più sostenibili, nonché ad aziende che guardano a questo tema con interesse.

Ecco spiegato perché molte aziende si affidano alle ecoetichette per certificare le performance di sostenibilità dei loro prodotti elettronici e soddisfare standard quali, ad esempio, la riduzione dell’impatto ambientale di una o più fasi del ciclo di vita del prodotto e programmi di riciclaggio per lo smaltimento delle apparecchiature elettroniche.

Le insidie del settore 

Quello dell’elettronica di consumo, parte integrante della vita di tutti i giorni, è un comparto caratterizzato da una continua crescita, alimentata dall’aumento del reddito disponibile sui mercati emergenti e dallo sviluppo di nuove tecnologie sui mercati già maturi.

Le aziende produttrici sono costantemente chiamate a realizzare prodotti innovativi e a rispondere alle esigenze in continua evoluzione dei consumatori. Un settore particolarmente prolifico e redditizio che, tuttavia, nasconde dati allarmanti.

Secondo il Global e-Waste Monitor 2020 delle Nazioni Unite, il quantitativo di rifiuti elettronici ed elettrici cresce più della popolazione mondiale, per un totale di 53,6 milioni di tonnellate (Mt) di RAEE prodotti nel 2019, di cui soltanto il 20% vengono riciclati correttamente.

Metalli preziosi, plastica e vetro vengono, infatti, gettati via e depositati in discariche o inceneriti; nei casi peggiori, abbandonati a cielo aperto nei continenti più poveri, con enormi rischi per la salute delle popolazioni locali, l’inquinamento dei terreni e delle falde acquifere.

Al contrario, se correttamente gestiti, i rifiuti elettronici potrebbero rappresentare una miniera di materiali preziosi, da rivalorizzare attraverso l’economia circolare. Quando i produttori iniziano a progettare e a pensare all’intero ciclo di vita di un prodotto di elettronica di consumo, non solo ne preservano le risorse con adeguate misure di riciclaggio e riutilizzo, ma ne pianificano anche l’obsolescenza a fine vita.

Sono sempre di più le aziende che hanno adottato una vasta gamma di strategie pensate per sviluppare design sostenibili e rigenerativi, che abbracciano il concetto di innovazione sostenibile.

Elettronica di consumo e sostenibilità: misurare l’impatto ambientale

Sono molte le ecolabel e gli schemi di etichettatura dell’impatto ambientale presenti sul mercato ormai da anni, in grado di misurare i requisiti di sostenibilità e le prestazioni dei prodotti, in particolare di quelli provenienti dal mondo dell’elettronica di consumo.

Numerose certificazioni – come la UL 110, tra gli standard riconosciuti nell’etichetta ecologica EPEAT del Global Electronics Council (GEC) – si sono evolute rapidamente e comprendono standard che coprono gli attributi di sostenibilità e le prestazioni di una vasta gamma di prodotti elettronici.

Vi sono, inoltre, standard che si occupano specificamente della durata dell’elettronica, come l’EN 45552 (metodo generale per la valutazione della durata dei prodotti connessi all’energia) e l’EN 45554 (metodo generale per la valutazione della capacità di riparare, riutilizzare e aggiornare i prodotti connessi all’energia).

Gli standard di performance di sostenibilità sono progettati per contribuire a ridurre gli impatti ambientali e sociali avversi, e coprono criteri di sostenibilità con attributi multipli basati sulle fasi del ciclo di vita dell’elettronica di consumo.

Molti degli standard per la sostenibilità riguardano il contenuto riciclato e il design per la riciclabilità: materiali, uso dell’energia, gestione del fine vita, imballaggio, pratiche aziendali e operazioni sono i fattori comunemente considerati in questi standard. Queste e altre strategie giocano un ruolo enorme nella progettazione di prodotti sostenibili con un impatto positivo sull’ambiente.

Etichetta di certificazione ECOLOGO, che attesta il ridotto impatto ambientale di prodotti e servizi.
L’etichetta di certificazione ECOLOGO, che attesta il ridotto impatto ambientale di prodotti e servizi.

Pensare alla sostenibilità in un’ottica di collaborazione

Quando guardiamo a ciò che le ricerche dicono sui megatrend in merito alle risorse disponibili e alla scarsità di alcuni elementi naturali e materie prime, scopriamo che la popolazione terrestre sta usando più risorse di quelle che la Terra può reintegrare in un anno, ovvero 1,75 volte di più della capacità rigenerativa del nostro pianeta.

Ora c’è un’urgenza ancora maggiore legata a questi megatrend, che non riguarda una sola azienda. È qualcosa su cui tutte le aziende che operano nell’elettronica di consumo devono lavorare in modo sinergico e collaborativo, al fine di incentivare pratiche commerciali sostenibili e impegnarsi verso un cambiamento positivo che tenga conto dell’impronta ambientale e sociale dei prodotti, nonché delle soluzioni utilizzate.

Un insieme di elementi pensato per dare alla sostenibilità il valore che merita, che soddisfi le esigenze di persone sempre più sensibili a questo tema, siano esse interne all’azienda o i consumatori che la scelgono.

Quando tutte le persone coinvolte nell’ecosistema si sentono parte di un approccio improntato sulla sostenibilità, appare infatti più semplice integrare e identificare soluzioni innovative in un’ottica di salvaguardia ambientale.

Catherine Sheehy, Global Lead of Sustainability PartnershRetail and Consumer Products di UL

Catherine Sheehy, Global Lead of Sustainability Partnerships, Retail and Consumer Products di UL

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