Da un’analisi di Gartner sulle risposte delle aziende alla pandemia, alcuni consigli utili ad affrontare il momento cruciale della ripartenza, quando tutte sono chiamate a tradurre in pratica la grande lezione impartita dall’emergenza sanitaria e a decidere se e come cambiare per dare inizio al nuovo corso.
Inevitabile oggi pensare alla ripartenza e ad un mondo post Covid-19. La fase acuta dell’emergenza Covid, per le aziende, ha avuto un’unica parola d’ordine: cambiamento. Ha obbligato a rivedere modi di operare, di gestire il team, di condurre l’impresa. E non è cambiato soltanto il “che cosa”, ma anche il “come”.
Il rapporto datore di lavoro-dipendente e lo stesso ecosistema aziendale hanno vissuto, in poche settimane, una trasformazione che, in situazioni normali, si sarebbe estesa a un arco di tempo molto lungo.
E se è vero che il coronavirus, in molti casi, ha costretto a fermare la propria attività e ad azzerare completamente strategie e obiettivi fissati in precedenza, è pur vero che l’esperienza vissuta è stata una scuola.
Che cosa ha isegnato? A non fermarsi neanche di fronte a eventi traumatici. Insomma, si è sperimentato sul campo che cosa davvero significa essere “resilienti”.
La fase più difficile, però, è quella post Covid-19, quella della ripartenza concreta. Che, per molti Paesi, è già iniziata e per altri, invece, ha tempistiche diverse.
È la fase in cui le aziende sono chiamate a tradurre in pratica quello che hanno imparato dalla pandemia, a riorganizzarsi, a ridefinire le strategie e a prendere decisioni che segneranno la nuova rotta.
Le tre risposte al mondo post Covid-19 secondo Gartner
Sull’argomento, Gartner ci offre spunti di riflessione interessanti. In particolare, ha delineato un modello di risposte alla pandemia, un processo di cambiamento che, da una prima reazione istintiva all’emergenza, passando attraverso un’azione di recupero dell’ordine, conduce alla presa di coscienza del potenziale di rinnovamento insito nella crisi.
Più nel dettaglio, secondo Gartner, la risposta delle aziende all’emergenza Covid prevede tre momenti. Tre fasi la cui durata dipende dal Paese di appartenenza, dal settore, dalla tipologia stessa dell’impresa e dal suo business.
La prima fase è una reazione “di pancia”. È il reagire con azioni immediate, finalizzate alla conservazione, al mantenimento delle funzioni aziendali operative, nonché di tutto il personale. Azioni volte a proteggere, a mettere al sicuro l’impresa.
Questa primo momento corrisponde a un periodo relativamente breve, caratterizzato da interventi correttivi, con l’obiettivo di contenere il più possibile i danni causati dalla crisi.
Segue, poi, il “recupero”, il riorganizzarsi per ristabilire un principio di ordine. Di durata media, questo secondo momento – spiega Gartner – poggia su alcune attività chiave quali la definizione di un piano di intervento ad hoc e l’identificazione di quelle azioni necessarie a razionalizzare l’operatività dell’azienda.
La fase del “rinnovare” è l’ultima e corrisponde a un periodo di tempo prolungato: è il post Covid-19, il momento del “fare”, dell’esecuzione strategica, del cambiamento concreto. Fondamentale, in questo terzo step, tradurre in pratica gli insegnamenti appresi durante le fasi precedenti, per dare vita a nuovi modi di guidare i processi operativi e i flussi di lavoro, gettando le basi dalle quali ripartire.
Post Covid-19: il rinnovamento come esercizio mentale quotidiano
Quello di Gartner è un modello aperto. Oltre alla variabilità della durata di ogni singola fase, anche la loro sequenza è libera, lasciata al singolo.
Durante momenti di forte crisi economica, in cui la continuità del business è messa in dubbio, le tre risposte possono sovrapporsi. È possibile pensare al rinnovamento della propria azienda mentre si sta ancora affrontando la prima fase, ovvero quella della reazione immediata.
Questo è l’atteggiamento mentale tipico di quei leader, di quei capitani d’azienda per i quali immaginare il futuro della propria impresa è un esercizio mentale quotidiano.
Per figure professionali di questo tipo, la pandemia ha assunto il volto dell’attimo da cogliere, dell’opportunità da non perdere per spingersi oltre, per reinventarsi obiettivi e strategie.
E sempre Gartner, attraverso una serie di ricerche sul tema, ha dimostrato come questo tipo atteggiamento e di approccio alla crisi registri risultati particolarmente positivi, oltre a un vantaggio sulla concorrenza che si protrae nel tempo.
Fare della pianificazione strategica un’attività continua: così si rafforza la resilienza
La resilienza non solo si apprende e si costruisce, ma può anche essere potenziata. Prima, però, è necessario guardarsi allo specchio, analizzare che cosa (e perché) del proprio business e del proprio modello operativo, durante la crisi, non ha funzionato e individuare punti deboli e punti di forza.
E man mano che i primi vengono identificati ed eliminati e i secondi vengono messi in primo piano, ci si arma contro un eventuale nuovo momento di crisi.
Questa procedura – in assenza di un vaccino anti-Covid che chiuda le porte al rischio di una seconda emergenza – deve diventare un registro, un modus operandi.
La ripartenza post Covid-19, per le aziende, impone dunque alcuni imperativi:
- elaborare quanto appreso durante la fase acuta della pandemia,
- avviare processi di cambiamento sostenibili dei modelli aziendali e operativi,
- trasformare la pianificazione strategica in un’attività continua nel tempo, in modo che si possa essere preparati a nuovi scenari di crisi e vi si possa fare fronte in tempi sempre più rapidi.
Scegliere se e come cambiare: la risposta decisiva alla pandemia e al mondo post Covid-19
È nella fase che Gartner definisce il momento del “fare”, del cambiamento concreto, che si pone la scelta tra resettare, azzerare tutto e tornare allo stato iniziale, oppure “approfittarne” per costruire il nuovo nel post Covid-19 [sul tema del reset, visto da un’altra prospettiva, quello della riorganizzazione economico-sociale globale, suggeriamo la lettura dell’articolo relativo alla nuova iniziativa del World Economic Forum, The Great Reset – ndr].
E, tra questi due poli, Gartner delinea alcuni percorsi, segnati da azioni quali ridurre, ritirarsi, reinventarsi, tornare. Azioni che esemplificano decisioni cruciali da parte delle aziende.
Per quelle per cui la pandemia ha significato la demolizione completa di strategie e obiettivi, ripartire significa, in molti casi, ridurre – o addirittura chiudere – tutte o alcune delle proprie attività, rimuovere linee di prodotto ed eliminare servizi.
Per altre imprese, invece, la ripartenza significa reinventarsi completamente. Ne sono un esempio quei produttori che hanno trasformato le proprie strutture, adattandole allo sviluppo di nuovi prodotti (pensiamo alla produzione di mascherine anti-Covid), e quei rivenditori che hanno trovato nuovi modi, nuovi strumenti per mezzo dei quali raggiungere i clienti e comunicare con loro, senza alcun contatto fisico.
E la stessa cosa vale per quelle società che, costrette, durante l’emergenza, a offrire i propri servizi da remoto, con la ripartenza potrebbero scegliere di chiudere alcuni dei loro uffici, per fare delle abilità digitali acquisite la base della nuova operatività.
Infine, vi sono aziende che torneranno alla situazione pre-Covid, senza operare cambiamenti sostanziali. È il caso di quei produttori che, inizialmente, hanno registrato un aumento della domanda, seguita, poi, da un brusco calo nella seconda fase dell’emergenza sanitaria, per poi stabilizzarsi sui livelli pre-crisi.
Si tratta di realtà che, per il tipo di settore di appartenenza, sperimentano le prime due fasi di risposta al Covid – quelle che Gartner definisce di reazione e di recupero – per poi tornare al punto di partenza, perché è la scelta strategica più funzionale al proprio business.