L’inaugurazione, presso il polo tecnologico di Ponte di San Pietro (BG), di due nuovi data center e dell’Auditorium, ha significato - per Aruba - un momento di riflessione e di confronto su tematiche di respiro internazionale, al centro dell’agenda globale.

La data del 30 novembre 2022 ha segnato, per Aruba, una tappa significativa, all’insegna dell’evoluzione: dopo il primo (inaugurato nel 2017), il cloud provider italiano ha ufficializzato l’espansione del campus tecnologico di Ponte San Pietro, a Bergamo, inaugurando due nuovi data center – più grandi e più complessi sotto il profilo delle infrastrutture realizzate, più potenti e dalle tecnologie innovative – e un ampio Auditorium di ultima generazione, dedicato alla realizzazione di diverse tipologie di eventi.

Stefano Cecconi, Amministratore Delegato dell’azienda, ricordando come le infrastrutture del campus prevedano – al proprio interno – la presenza di impianti fotovoltaici, di sistemi geotermici e di una centrale idroelettrica di proprietà – ha sottolineato che i due nuovi data center intendono porsi a supporto del processo di modernizzazione e di trasformazione digitale del nostro paese, rappresentando, al tempo stesso, un esempio di progettazione che guarda con attenzione alla sostenibilità ambientale e, più precisamente, alla riduzione dei consumi e, conseguentemente, a rendere minimo l’impatto ambientale.

L’inaugurazione delle tre grandi nuove strutture ha visto il tradizionale taglio del nastro alla presenza di numerose autorità, tra cui Delia Bucarelli, Vice Questore Vicario di Bergamo; Claudia Maria Terzi, assessore alle Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile; Pasquale Gandolfi, presidente della Provincia di Bergamo; Matteo Macoli, sindaco di Ponte San Pietro e vicepresidente della Provincia di Bergamo; Loredana Poli, assessora all’istruzione, università, formazione, sport e tempo libero, politiche per i giovani, edilizia scolastica e sportiva e la Senatrice Daniela Andreini, Prorettrice dell’Università degli Studi di Bergamo.

Ai tre data center di Ponte San Pietro, Aruba affianca due data center proprietari ubicati ad Arezzo, il campus tecnologico di Roma (di prossima apertura) all’interno dell’area del Tecnopolo Tiburtino, oltre a una struttura nella Repubblica Ceca – punto di riferimento per i paesi dell’Europa centrale e orientale – e a un network di data center partner attivi a livello europeo.

Sostenibilità del settore IT: è cruciale focalizzarsi sull’intera filiera

Lo stesso Auditorium inaugurato insieme ai due nuovi data center di Ponte San Pietro, il 30 novembre 2022 ha ospitato – con la sponsorship di Intel e VMware – l’evento “Do IT now” prezioso momento di incontro e confronto tra i rappresentanti delle Istituzioni e alcuni protagonisti del settore High Tech. Sul tavolo, il tema della sostenibilità del mondo IT, declinata, in particolare, in riferimento ai suoi significati sotto il profilo economico, sociale e ambientale.

Ad aprire i lavori, Stefano Cecconi, il quale ha portato l’attenzione della platea sull’esigenza – nel conseguire gli obiettivi di sostenibilità, ormai necessari, irrinunciabili – di guardare a tutta la filiera.

Non è sufficiente – ha spiegato – preoccuparsi della scelta della fonte energetica per il funzionamento delle proprie macchine, né dell’efficientamento relativo all’impiego di tale energia, evitandone gli sprechi e, dunque, riducendone l’impronta di carbonio:

«… anche attraverso l’attenzione all’utilizzo che viene fatto del digitale, si evitano gli sprechi. Fino ad arrivare all’utente finale e al suo impiego dei servizi IT in maniera corretta e consapevole, rendendoli così più sostenibili»

C’è l’urgenza di lavorare su “quello che viene dopo”, sull’uso del digitale. E per fare questo – ha rimarcato l’AD di Aruba – è fondamentale «fare squadra», poter disporre del contributo attivo di tutta la filiera».

Immagine che ritrae un momento dell’evento “Do IT Now”, presso il nuovo Auditorium Aruba (Credit: Aruba Spa)
Un momento dell’evento “Do IT now”, presso il nuovo Auditorium Aruba (Credit: Aruba Spa).

Sicurezza dei dati: strategie nazionali di protezione e maggiore consapevolezza da parte degli utenti

Al dibattito in tema di sostenibilità riferita al settore IT ha preso parte anche Roberto Baldoni, direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, soffermandosi, in particolare, sulla centralità di una strategia nazionale di cyber-security, specie in uno scenario come quello attuale, dominato da tensioni geopolitiche.

Il punto – ha osservato – è abbandonare, per quanto riguarda le politiche di security, la pratica dei “dati senza confini”, collocati in altri paesi, iniziando, invece, a guardare alla loro collocazione territoriale come a un fattore strategico della sicurezza cyber.

Un altro aspetto della security posto in evidenza da Baldoni ha riguardato la mancanza di competenze digitali da parte degli utenti. Mancanza che, rendendo inconsapevoli circa i rischi che si corrono non proteggendo in modo corretto i propri dati, contribuisce a rendere più vulnerabili i propri sistemi e, trasversalmente, rappresenta una criticità che si riflette negativamente sul processo di trasformazione digitale del paese.

Occorre compiere un «salto culturale», un cambio di forma mentis – ai quali deve poter contribuire anche il sistema scolastico – che consenta a tutti di acquisire le abilità richieste dal percorso di modernizzazione intrapreso dalle organizzazioni.

Dalla sostenibilità intesa come “attitudine” ai principi di sovranità digitale

Riprendendo alcuni punti toccati da Stefano Cecconi, il confronto sulla sostenibilità del settore IT è proseguito con Giorgio Girelli, General Manager di Aruba Enterprise, per il quale il concetto di sostenibilità si lega a quello di “attitudine”.

Un’attitudine tesa a «creare valore» e di cui il percorso compiuto da Aruba – con costanza e in un arco di tempo lungo – rappresenta un esempio virtuoso: la riduzione dell’impatto ambientale delle sue strutture attraverso la scelta di sfruttare fonti di energia rinnovabili ha condotto all’adozione di un sistema di raffreddamento geotermico dei propri data center, di impianti fotovoltaici per la produzione di energia, nonché di centrali idroelettriche.

Un esempio che ha riflessi positivi sui clienti. Manuel Bento, Chief Operating Officer di Euronext – tra le maggiori borse valori in Europa che, di recente, ha portato a termine la migrazione del proprio data center da Londra a Ponte San Pietro, dove oggi sono custoditi i dati delle borse di Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona, Oslo, Milano e Parigi – ha messo in luce come l’attitudine green del polo tecnologico di Aruba abbia influito sulle sue scelte in termini di riduzione dell’impronta di carbonio e, a sua volta, sugli obiettivi ESG dei suoi stessi clienti.

Francesco Bonfiglio, CEO di Gaia-X – intervenuto da remoto – è, invece, tornato sul concetto di strategia nazionale di protezione dei dati accennato in precedenza da Roberto Baldoni, ribadendo l’esigenza, per il mercato IT europeo, di poter contare su un regolamento che concretizzi i principi della sovranità digitale e che sancisca un cambio di paradigma per quanto concerne il cloud.

A Bonfiglio, ha fatto eco Pierre Chastanet, Head of Unit Cloud and Software DG Connect della Commissione Europea – anch’egli in collegamento da remoto – il quale, soffermandosi sulla “dimensione europea” del cloud, ne ha sottolineato la necessià di un approccio distribuito, di elevati requisiti di sicurezza e di efficienza energetica, nonché di relazioni contrattuali flessibili con i provider.

A riprendere il filo in materia di competenze digitali e formazione, è stato poi Agostino Santoni, vicepresidente di Confindustria con delega al Digitale, ricordandone la valenza in quanto fattori correlati a una trasformazione digitale concretamente sostenibile, in grado di accelerare – all’interno delle aziende – la messa a punto di modelli di business in linea con gli obiettivi di crescita socio-economica del paese.

La sostenibilità del settore IT a sostegno della digital transformation

A proposito del filo doppio che lega sostenibilità del settore IT e processo di trasformazione digitale, in seno al dibattito ha portato la propria esperienza nell’area trasporti e mobilità Roberto Andreoli – Group CIO e CTO di Transport Innovation and Technology – per il quale è preminente il supporto fattivo di aziende come Aruba nel compiere il percorso di modernizzazione.

Dello stesso parere anche Eric Benedetti, CEO Euronext Technologies e CIO Borsa Italiana, che – nel rafforzare tale tesi – ha annunciato la prossima creazione, presso il polo tecnologico di Aruba, di un hub finanziario europeo dedicato, totalmente sostenibile e sicuro dal punto di vista della protezione dei dati.

Di più ampio respiro è stato l’intervento di Konstantin Kostenarov, CIO e CTO di Biesse Group, il quale ha portato la riflessione sul ruolo che, oggi, ha il settore ICT nel guidare le organizzazioni a evolvere. E non solo nell’ottica di creare un ambiente tecnologico digitale idoneo a un nuovo modo di vivere l’operatività, ma anche allo sviluppo di nuovi progetti, di nuovi punti di vista, di un modo nuovo di guardare al futuro.

Infine, Fabrizio Garrone – Enterprise Solution Director di Aruba Enterprise – sintetizzando il pensiero di Andreoli, Benedetti e Kostenarov, ha concluso rammentando che il valore di quelle realtà come Aruba è proprio quello di «stimolare nelle aziende un cambiamento non solo sul piano puramente tecnologico, ma anche culturale e organizzativo».

E, all’interno di questo ruolo, il cloud rappresenta il mezzo ideale. Soprattutto se si tratta di un cloud sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

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