Dopo le “tappe” di maggio (INside) e di luglio (OUTside), si è concluso, con il suo terzo episodio, il “viaggio” di Futuroom attraverso gli scenari e le tendenze che verranno. In particolare, il recente evento (OVERside) ha esplorato l’altrove, ciò che è altro da noi, al quale le aziende devono potersi ispirare per cogliere nuove linee strategiche ed evolutive. Eccone una breve sintesi.
Con il terzo evento di presentazione di Futuroom, tenutosi di recente presso Skilla, si è concluso il 23esimo Scenario delle tendenze firmato TEA Trends, laboratorio di ricerca scientifica di InContatto. “Viaggio a episodi” esplorando il futuro – così com’è stato definito alla sua partenza – l’ultima tappa ha visto un’analisi ancora più approfondita degli scenari e delle tendenze per il 2023, con un focus sull’evoluzione in atto nei contesti lavorativi.
Se il primo appuntamento (INside) ha posto al centro la dimensione individuale, intima della persona, e i valori che ispirano il futuro, mentre il secondo (OUTside) dall’individuo si è spostato all’esterno, indagandone la sfera relazionale, l’ultimo incontro si è spinto ancora oltre, concentrandosi sull’OVERside, ovvero su ciò che è altrove, che è “oltre noi”, sulla «dimensione predittiva dell’esplorazione, dell’immaginazione del nostro futuro» sottolinea Franco Amicucci, presidente di Skilla.
Ciò che è altrove «è il luogo dell’esplorazione» precisa Alessandra Della Pelle, partner InContatto e master trainer. Un luogo in cui indagare, in particolare, le tendenze legate al mondo del digitale – e, più in generale, delle tecnologie – alla sfera del gioco e ai temi dell’ambiente.
Ma entriamo nella terza “stanza” di Futuroom e rivediamone insieme i contenuti e le ipotesi di futuro che da essa sono emersi.
Scenari e tendenze 2023: “speciazione”, la diversità dettata dalle competenze digitali
In tema di scenari e di tendenze per il 2023, durante il confronto tra le figure professionali intervenute all’evento, una prima riflessione ha riguardato i concetti di diversità e di “speciazione”.
Relativamente a quest’ultimo, Domenico Fucigna, trend expert InContatto e responsabile della ricerca, spiega che si tratta di «un processo evolutivo che porta alcuni gruppi di individui ad acquisire nuove capacità, facoltà e caratteristiche che li inducono a differenziarsi dalla specie madre e a distinguersi come specie più evoluta».
«Ci sono diversi tipi di speciazione» fa notare: quella “adattiva” riguarda diverse generazioni, richiede molti anni e porta a una differenziazione biologica e genetica. Mentre, quella “improvvisa” avviene molto rapidamente, in seguito a eventi imprevisti di grande impatto sulla vita delle persone ed è di tipo culturale.
Oggi – osserva Fucigna – stiamo assistendo a questo secondo tipo di differenziazione, dovuto al complesso e particolare momento storico in cui siamo calati e, più nel dettaglio, correlato alla diversa possibilità di accedere alle nuove tecnologie da parte delle persone.
In beve sintesi, quanto più si è abituati a utilizzare le tecnologie digitali, tanto più si acquisiscono abilità e competenze che ci differenziano da coloro che non hanno tale possibilità:
«Nello specifico ambito delle competenze, a livello globale si tratta di una piccola élite, in quanto ci sono interi continenti tagliati fuori. Un piccolo gruppo che, grazie all’uso quotidiano del digitale, si sta esercitando a pensare, a ragionare e a guardare la realtà con altri occhi e in modo assai più veloce»
La speciazione nelle aziende e l’ombra della divisione tra gruppi
In materia di scenari e tendenze 2023, Giuliano Caggiano, partner InContatto e coach expert, a proposito della speciazione culturale in atto evidenziata da Fucigna, ne trasferisce il concetto alle dinamiche lavorative, interrogandosi su che cosa significhi, nelle aziende, la differenziazione in base alle competenze digitali possedute e alla presenza di un gruppo, di un’élite, altamente specializzata.
Paolo Miranda, responsabile formazione e progetti Quadrifor, a tale proposito, pone l’accento su un aspetto critico legato ai concetti di speciazione e di specie riferiti al mondo del lavoro, soffermandosi su un punto preciso: le specie diverse non comunicano tra loro.
«Dobbiamo pensare anche alle conseguenze negative della speciazione culturale all’interno delle aziende. Essa crea divisione tra gruppi e, dunque, pone l’esigenza di lavorare su una maggiore integrazione» afferma.
Ricordando come sia fondamentale che i vertici delle aziende abbiano consapevolezza di tale fenomeno, Miranda insiste sull’importanza di porre maggiore attenzione alla percezione che ognuno – in azienda – ha del proprio ruolo e alla consapevolezza del proprio sapere.
Scenari e tendenze 2023: “metalandia”, la micro-nicchia attiva quotidianamente nel metaverso
Il terzo evento di presentazione di Futuroom in tema di scenari e tendenze per il 2023 si è poi focalizzato su quello che è considerato il successore di Internet, ossia il metaverso, inserito nell’Hype Cycle 2022 per le tecnologie emergenti di Gartner.
È Domenico Fucigna a introdurre il neologismo “metalandia” – ideato dal team di ricercatori – per designare quella «micro-nicchia della nostra realtà» composta da utenti che, quotidianamente, sono attivi nei metaversi. Più precisamente – specifica – «si tratta di circa una ventina di milioni di persone. E il dato è sovrastimato, in quanto Internet conta due miliardi di utenti giornalieri».
Metalandia è una «piccola popolazione composta da giovanissimi, per lo più gamers. Mentre altri sono cinquantenni che esplorano questo mondo per motivi di lavoro» prosegue il trend expert di InContatto.
Al momento, quello del metaverso è un fenomeno ancora in fase embrionale, il cui compimento si avrà con la convergenza delle varie tecnologie che lo abilitano. E, quando questo accadrà «passeggeremo all’interno di Internet con un mondo di infinite possibilità intorno».
Il concetto di metalandia – fa notare Fucigna – si correla a quello si speciazione, perché anche in questo caso si fa riferimento a un gruppo di persone che, accedendo giornalmente a determinate tecnologie e utilizzandole per svago, per gioco o per lavoro, «ha preso un’altra direzione» rispetto al resto della popolazione.
Il rischio della solitudine professionale
Sull’incrocio metalandia-speciazione, Giuliano Caggiano – facendo riferimento a esperienze personali di team building nel metaverso – rompe con una riflessione critica sull’argomento:
«La sensazione che mi porto dentro è di grande solitudine. Vedo tante persone che, pur partecipando a team building e pur avendo un grande senso di appartenenza all’azienda, intimamente hanno la percezione di fare parte di “specie diverse”, non si sentono accettate e tendono a isolarsi»
C’è una letteratura che, in passato, ha parlato di “solitudine manageriale”. Ma ora – osserva Caggiano – tale solitudine è anche “professionale”, legata a ciò che è successo negli ultimi anni, «quando ci siamo ritrovati soli a lavorare dentro le nostre case».
Un aiuto, con l’obiettivo di arginare il fenomeno – suggerisce – potrebbe venire da chi, all’interno delle organizzazioni, si occupa di formazione, prendendo in carico anche le tematiche inerenti al senso di solitudine di un determinato gruppo di persone nelle aziende.
“Egometria”, l’essere umano data-driven che misura se stesso
In materia di scenari e di tendenze 2023, OVERside ha portato l’attenzione anche sull’impatto che i big data hanno sulla vita delle persone. «Se il dato e la sua potenza creatrice sono due divinità di una sorta di nuova religione – il dataism – questa vuole che anche l’uomo si sottoponga alla legge del calcolo e che tutte le sue funzioni vitali siano costantemente controllate e registrate»: questo è l’assioma di partenza.
Nel mondo della diagnostica – ricorda Fucigna – esiste ormai un mercato che ha fatto delle nuove tecnologie uno strumento di misurazione e di monitoraggio dei dati relativi ai parametri vitali dell’individuo.
Ma se usciamo dall’ambito puramene fisico, per soffermarci sulla “misurazione” di parametri che hanno, invece, a che vedere con gli aspetti cognitivi, psicologici e culturali della persona, ecco che c’è «un mondo nuovo che si apre» e che ingloba i concetti di speciazione e di integrazione uomo-macchina.
L’esempio classico è quello del mondo del lavoro, dove «il lavoratore, per integrarsi e utilizzare appieno le macchine, deve misurarsi con esse. Tutto deve essere ricondotto alla configurazione di dati, tutto deve essere numerabile e manovrabile attraverso algoritmi ed elaborazioni di dati».
Caggiano rimarca come, in queste dinamiche, si colga la nuova specie professionale, ovvero “l’uomo data-driven”, dominato dall’egometria, che significa “misurazione del sé”. Qual è il suo profilo?
«La nuova specie professionale è molto complessa e contiene in sé degli elementi a tutti noi ancora ignoti che, per adesso, stiamo connotando come sentimenti ed emozioni di solitudine, di anti-fragilità e di resilienza» spiega.
E riguardo al concetto di solitudine – più volte espresso durante l’evento – «questa può essere vista anche come uno strumento di fragilità che porta all’anti-fragilità. Come un esercizio introspettivo che consente di evolvere» afferma. E, infatti, molti di coloro che, in azienda, si sentono soli, ne escono per cercare altro.
Tornando – anche in merito a tale trend – sul ruolo della formazione, Caggiano ripete che, in azienda, vanno trovati gli strumenti e l’organizzazione adatti per fare in modo che chi viene percepito come isolato, in solitudine, non venga ghettizzato, ma venga, al contrario, incluso, considerato parte integrante del mondo aziendale.
Scenari e tendenze 2023: dall’ambiente naturale all’organizzazione aziendale, l’imperativo è “salvazione”
In tema di scenari e di tendenze per il 2023, quella relativa all’ambiente e al cambiamento climatico ha ormai assunto il carattere dell’urgenza dalle proporzioni mondiali. Urgenza divenuta drammaticamente evidente quest’anno, in particolare, in seguito all’aumento globale delle temperature, al fenomeno della siccità e ad altri eventi climatici estremi.
In questo quadro, «il tema vero è come fare a salvarsi» sottolinea Domenico Fucigna, quale luogo scegliere per poter vivere, in futuro, in sicurezza. Giuliano Caggiano interviene sul tema con un parallelismo che abbraccia le organizzazioni, facendo specifico riferimento alla “salvazione organizzativa e aziendale”:
«Le aziende devono cambiare qualcosa al proprio interno. Devono trovare una “strategia di salvificazione” per salvaguardare alcune professionalità che, altrimenti, se ne vanno».
Cruciale, nella salvazione organizzativa e aziendale, è l’attenzione allo stato di benessere dei lavoratori, preoccupandosi della loro “complessità” e tentando di “salvarle” nella loro unicità e autenticità, nel rispetto di chi sono.
Fucigna conclude osservando come il delicato e complesso momento che, oggi, le organizzazioni vivono, sia ben espresso dal passaggio dal modello concettuale VUCA – acronimo di Volatility, Uncertainty, Complexity e Ambiguity (volatilità, incertezza, complessità e ambiguità), che da molti anni contestualizza lo scenario entro cui si svolgono i Futures Studies, volti a ottenere un’anticipazione di ciò che potrà accadere nel medio e lungo periodo, al modello BANI, ossia Brittle, Anxious, Not-linear, Incomprehensible (fragile, ansioso, non lineare, incomprensibile), a indicare, in tempi più recenti, il passaggio repentino, sotto il profilo sociale ed economico, da uno scenario che ispira gli aggettivi “incerto” e “ambiguo” a uno scenario che rimanda a quelli di “ansioso” e “fragile”.
OVERside, come gli altri eventi di presentazione di Futuroom (INside e OUTside), è visibile su: