Il tanto atteso metaverso sta iniziando a prendere forma, ma le interpretazioni sul suo significato rimangono molteplici, sia a livello teorico che per quanto riguarda le applicazioni pratiche. Dal punto di vista tecnologico, tutto pare ruotare attorno a tre tecnologie fondamentali: realtà virtuale, realtà aumentata, e Brain-Computer Interface (BCI). Un approfondimento del World Economic Forum offre preziosi spunti di riflessione.
TAKEAWAY
- Le interpretazioni del metaverso offrono molti punti di vista sull’evoluzione dei mondi virtuali 3D, sia dal punto di vista teorico che per quanto concerne le applicazioni pratiche.
- Tra le tecnologie che segneranno il futuro del metaverso risultano fondamentali la realtà virtuale (VR), la realtà aumentata (AR) e la Brain-Computer Interface (BCI)
- I tempi evolutivi del metaverso sono da considerare nell’ottica di lungo periodo. Tuttavia, non mancheranno importanti traguardi intermedi, destinati a cambiare per sempre il nostro modo di lavorare, comunicare e vivere.
Nel corso del 2021, il termine metaverso, pur di antecedente conio, è entrato a far parte dell’immaginario collettivo, quale uno dei principali trend tecnologici ed esperienziali in divenire, iniziando a catalizzare in maniera importante l’attenzione degli investitori.
L’esplosione mediatica generata un anno fa da Mark Zuckerberg, con il rebranding della holding Facebook in Meta, non ha tuttavia risolto una latente indefinizione del significato di metaverso, che continua a prestarsi a numerose interpretazioni, anche in relazione agli ambiti di applicazione previsti, sia sul piano teorico che dal punto di vista squisitamente pratico.
Per cercare di focalizzare al meglio gli argomenti tecnologici che insistono sul futuro del metaverso, tra le altre fonti, ci rifaremo ai preziosi spunti offerti da una recente analisi sulla teoria e pratica del metaverso – “3 technologies that will shape the future of the metaverse – and the human experience” – a cura del World Economic Forum.
Il metaverso nella teoria
Prima di addentrarci in quelle che sono le tecnologie del metaverso, iniziamo col dire che, secondo le riflessioni presentate dal WEF, le teorie riguardanti il metaverso sarebbero orientate verso tre differenti scuole di pensiero: il metaverse as a service, il metaverse as a place e il metaverse as a moment.
Metaverse as a service
La definizione più nota di metaverso è stata offerta dal venture capitalist statunitense Matthew Ball, di cui proponiamo un estratto: «Il metaverso è una rete espansiva e persistente di mondi virtuali e simulazioni, creati e renderizzati in 3D, che possono essere vissute in maniera sincrona da un numero illimitato di utenti, ciascuno con un senso di presenza individuale».
A rendere più semplice il concetto espresso da Ball sono prontamente arrivati una serie di paragoni con Internet, rispetto al quale il metaverso, secondo il tecnologo Ben Thompson, non sarebbe altro che una moderna evoluzione con l’aggiunta di un layer 3D per contestualizzare l’interazione con gli utenti, come avviene nel mondo reale.
Simile, anche se orientato secondo una prospettiva differente, il punto di vista di Mark Zuckerberg, che identifica nel metaverso l’era del post Web, destinata a succedere alle attuali piattaforme sociali.
Metaverse as a place
L’analisi proposta dal WEF rileva come un ulteriore punto di vista sul metaverso coincida con: «Un posto dove gli utenti possono connettersi, interagire e trasferirsi in vari luoghi digitali».
In questa accezione rientrano i metaversi attualmente più solidi dal punto di vista commerciale, come le piattaforme gaming Roblox e Fortnite, che godono di community basate su milioni di utenti, o i metaversi decentralizzati come Decentraland o The Sandbox, tra gli esempi più noti di applicazioni Web3, che versano invece in una fase del tutto primordiale e pionieristica.
Metaverse as a moment
Nelle varie interpretazioni teoriche del metaverso non poteva mancare la sua dimensione temporale. L’analisi del WEF rileva come l’imprenditore Shaan Puri abbia definito il metaverso come: «Un punto nel tempo» che, in altri termini, coincide con i momenti che viviamo nelle nostre esperienze digitali le quali, man mano, paiono diventare addirittura più rilevanti rispetto alle esperienze fisiche.
Le teorie che si basano su questa prospettiva sono soprattutto quelle legate alle discipline sociali, che indagano circa il coinvolgimento dell’uomo sul piano delle esperienze e dei momenti vissuti nei mondi virtuali 3D, ancor prima delle implicazioni tecnologiche che le caratterizzano.
Il metaverso nella pratica
Oltre agli aspetti teorici, gli studi sul metaverso si concentrano anche sugli aspetti puramente pratici, in cui rientrano soprattutto gli argomenti di carattere tecnologico, con un’attenzione mirata alla maturazione degli elementi destinati ad abilitare sia la costruzione dei mondi virtuali 3D.
Da questi aspetti dipenderà soprattutto lo sviluppo delle esperienze interattive e immersive in cui verremo sempre più spesso chiamati a vivere la nostra quotidianità.
Tecnologie 3D: la strada verso il realismo
Un aspetto rilevante nella costruzione dei mondi virtuali del metaverso è ovviamente riscontrabile nelle tecnologie 3D e in tutti i contributi hardware e software necessari per rendere sempre più realistica l’esperienza utente nella dimensione sintetica.
Il punto di arrivo di questa prospettiva è caratterizzato nel momento in cui gli utenti del metaverso non saranno più in grado di distinguere il mondo virtuale da quello reale, nel momento in cui potranno godere di un’esperienza analoga dal punto di vista multisensoriale.
Oltre alla componente multimediale audio-visiva, il cui focus si concentra nella computer grafica 3D, è infatti indispensabile portare avanti lo sviluppo di molte tecnologie emergenti in grado di offrire il loro contributo trasversale, come l’intelligenza artificiale, il cognitive computing e la blockchain.
I loro contribuiti saranno indispensabili per creare identità artificiali credibili e indistinguibili da quelle umane, oltre alla definizione delle piattaforme applicative decentralizzate del Web3, in cui viene riposta una grandissima aspettativa, quale alternativa all’offerta dei big tech del Web 2.0.
Extended reality: la componente immersiva dell’esperienza digitale
Se dal punto di vista del realismo le tecnologie 3D rivestiranno un ruolo preponderante, insieme all’evoluzione dell’hardware necessario per supportarle, dal punto di vista della user experience l’attenzione si sposta sulla extended reality, caratterizzata da un insieme di tecnologie immersive in grado di creare un elevato livello di coinvolgimento di ciascun utente nei mondi virtuali interattivi del metaverso: la realtà virtuale, la realtà aumentata e la brain-computer interface.
Realtà virtuale (VR)
La realtà virtuale consente di creare mondi virtuali interamente sintetici, in cui gli utenti possono provare un’esperienza del tutto evasiva rispetto al mondo reale che tradizionalmente li circonda.
Attualmente, tali tecnologie iniziano a trovare una buona diffusione in ambito enterprise, ma appaiono distanti dal trovare una significativa diffusione in ambito consumer. I costi medi per i device VR sono ancora piuttosto elevati e l’ergonomia stessa dei dispositivi non li rende tollerabili oltre un certo intervallo di tempo.
Evidenti limiti si presentano anche dal punto di vista del realismo garantito dalla computer grafica 3D, considerato l’elevato livello di frame rate di cui necessitano le applicazioni in realtà virtuale.
Nel dibattito legato alla realtà virtuale insistono inoltre notevoli criticità legate alla privacy. Le piattaforme dei big tech potrebbero capitalizzare in maniera ancora più condizionante i dati derivanti dagli utenti, rispetto a quanto già non avvenga nelle applicazioni web 2.0.
Per “restituire” i dati e la loro fruizione economica ai rispettivi proprietari è nato il Web3, un paradigma che vuole proporre mondi virtuali decentralizzati quale alternativa ai metaversi centralizzati su cui stanno investendo Meta e gli altri big tech.
Tecnologie del metaverso: la realtà aumentata (AR)
La realtà aumentata costituisce su più fronti una tecnologia essenziale per la definizione delle esperienze immersive del metaverso. Da un lato, ritroviamo le applicazioni attualmente più diffuse, su device come smartphone e tablet, come le tecnologie virtual try on che consentono di provare sulla propria figura o all’interno di spazi vari prodotti di consumo.
L’aspetto più interessante, nella prospettiva del metaverso, è la realtà aumentata intesa quale Cloud AR, ossia quella tecnologia capace di assicurare quanto definito da Matthew Ball nella fusione persistente tra mondi reali e virtuali, dove la realtà aumentata contribuisce con un layer 3D sovrapposto alla realtà in cui siamo fisicamente immersi.
Affinché ciò avvenga, si rende necessaria una diffusione ampia delle connessioni a banda larga come il 5G, oltre a dispositivi hardware (visori AR o mixed reality, NdR) capaci di garantire esperienze in 3D real time di buon livello.
Secondo la maggior parte degli analisti, il game changer in tal senso dovrebbe essere costituito dal pluri-rimandato esordio di Apple in questo specifico mercato.
Brain-Computer Interface (BCI) tra le tecnologie del metaverso
La brain-computer interface (BCI) genera delle connessioni neurali per garantire esperienze complete dal punto di vista multisensoriale, aggiungendo alla componente multimediale audiovisiva anche quella tattile e olfattiva. Per tali ragioni, le tecnologie BCI rivoluzioneranno del tutto le interfacce tradizionali.
Attualmente, le tecnologie BCI vedono due tipologie di approcci: neurochirurgico e wireless. Nel primo caso, possiamo ricondurre gli investimenti di Neuralink, azienda rilevata da Elon Musk, la cui tecnologia si basa su un vero e proprio impianto che prevede un collegamento fisico con il cervello umano.
Si tratta di un livello di integrazione molto profondo, su cui sono poste enormi aspettative anche per consentire ai disabili sensoriali di recuperare le funzioni perse per via delle loro limitazioni fisiche.
Un approccio più “leggero” è costituito dalle interfacce wireless, basate su applicazioni di nanotecnologie in grado di intercettare i segnali cerebrali. Tale approccio, meno invasivo, è alla base della ricerca di Open BCI, che sta attualmente conducendo una serie di studi in collaborazione con MIT Media Lab e Tobii.
Gli scenari evolutivi delle tecnologie del metaverso
L’hype cycle per le tecnologie emergenti 2022 di Gartner ha visto l’introduzione del metaverso con una prospettiva di lungo termine, attualizzabile in almeno 12 anni. Questo percorso potrà rivelarsi ben più esteso e impegnativo, soprattutto per quanto concerne le tecnologie BCI e gli aspetti legati alla cibernetica, su cui al momento diventa davvero complesso effettuare una stima credibile.
Ciò che appare evidente è che l’implementazione del metaverso, dal punto di vista pratico, avverrà in almeno tre fasi fondamentali, abilitate dalla maturazione delle rispettive tecnologie di riferimento.
Nel breve termine, sarà la realtà virtuale a emergere, con le sue applicazioni in ambito enterprise e ad una prima fase relativa alla diffusione in ambito consumer, come confermano gli sforzi dei big tech e delle piattaforme gaming come Playstation VR.
Nel medio periodo dovremmo assistere all’evoluzione della realtà aumentata, intesa quale AR cloud, che consentirà finalmente di creare quella fusione persistente tra mondo reale e mondi virtuali all’origine della definizione stessa del metaverso.
Le sue applicazioni saranno fondamentali per garantire la collaborazione da remoto di più persone in un unico spazio digitale interattivo.
Infine, oltre a raggiungere livelli sempre più realistici nell’esperienza immersiva, assisteremo alla maturazione delle tecnologie BCI, che consentiranno al metaverso di completare la sua dimensione percettiva dal punto di vista multisensoriale, rendendo di fatto indistinguibili i mondi virtuali da quello che attualmente ci circonda.